PARIGI (Reuters) - Per ridurre l'enorme deficit di bilancio della Francia saranno necessari aumenti mirati delle tasse e tagli alla spesa.
Lo ha detto il primo ministro Michel Barnier nel corso del discorso programmatico all'Assemblea Nazionale.
Il nuovo premier si trova di fronte al difficile compito di risanare i conti pubblici in un momento in cui la frammentazione del parlamento e le lotte intestine al suo governo di minoranza renderanno difficile far passare le riforme.
In gioco c'è la credibilità della Francia nei confronti dei partner dell'Unione europea e dei mercati finanziari, visto l'aumento dei costi di finanziamento.
"La spada di Damocle che pende su di noi è il nostro colossale debito finanziario", ha detto Barnier, ignorando i fischi del partito di estrema sinistra La France Insoumise.
Il deficit della Francia la sta rendendo più debole all'interno dell'Europa, ha sottolineato il primo ministro.
L'aumento delle tasse sara' mirato e temporaneo, ha specificato Barnier, senza fornire ulteriori dettagli e sottolineando che il disastroso stato delle finanze pubbliche ha fatto sì che non ci fosse "altra scelta".
Secondo Le Parisien, Barnier starebbe valutando aumenti delle tasse per 15-18 miliardi di euro.
Questi includerebbero un aumento della tassazione alle grandi imprese per 8 miliardi, e l'imposizione di un ulteriore prelievo di 3 miliardi di euro sulle società energetiche e sui buyback azionari.
Inoltre, aggiunge il quotidiano senza citare fonti, sarebbe previsto anche un aumento delle imposte sul reddito per i grandi patrimoni per circa 3 miliardi e un aumento delle tasse sull'elettricità per altri 3 miliardi.
L'ufficio di Barnier non ha risposto alla richiesta di commento su queste cifre.
Il ministro del Bilancio Laurent Saint-Martin ha detto la scorsa settimana che il buco nelle finanze pubbliche e' più grave del previsto, con il deficit di bilancio che rischia di superare il 6% del Pil, ben oltre il 5,1% stimato dal precedente governo in primavera.
Barnier ha detto di voler riportare il deficit al 5% del Pil entro la fine del 2025, ma di dover posticipare la data di raggiungimento dell'obiettivo comune del 3% di deficit della zona euro al 2029 dal 2027.
Barnier, conservatore, è stato nominato dal presidente Emmanuel Macron quasi due mesi dopo la formazione dell'Assemblea Nazionale, divisa dopo le elezioni anticipate. Per il momento, il suo governo composto da ministri centristi e conservatori gode del tacito sostegno del partito di estrema destra Rassemblement national, da cui dipende.
La coalizione di sinistra ha vinto la maggior parte dei seggi alle elezioni, ma senza ottenere la maggioranza assoluta e Macron ha scelto di non nominare un primo ministro tra le sue fila.
Quando Barnier ha iniziato a parlare, i parlamentari de La France Insoumise, che sostengono che il voto sia stato "rubato" e che dovrebbe esserci un primo ministro di sinistra, hanno brandito le loro tessere elettorali e lo hanno sovrastato con le loro urla mentre teneva il suo discorso.
Alcuni gridavano: "I francesi non hanno votato per te".
(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Andrea Mandala')