BERLINO / BRUXELLES (Reuters) - Il ministro dell'economia tedesco Peter Altmaier si aspetta che i ministri delle finanze dell'Unione europea, che si riuniranno oggi, facciano progressi verso un accordo sul pacchetto di salvataggio economico da 500 miliardi di euro per affrontare l'emergenza sanitaria dovuta al coronavirus.
In una videoconferenza di 16 ore che si è protratta per tutta la notte da martedì pomeriggio a ieri mattina, i ministri dell'Ue non sono riusciti a raggiungere un accordo sull'entità del pacchetto per sostenere le loro economie colpite dall'epidemia.
I ministri dovrebbero riunirsi oggi alle 16,00.
"È importante decidere oggi sui 500 miliardi di euro in discussione: si tratta di una somma di denaro incredibilmente grande che potremmo usare per aiutare molte persone, specialmente nei paesi più colpiti, Spagna e Italia" ha detto Altmaier all'emittente radiofonica tedesca Deutschlandfunk.
"Sono fiducioso che il ministro delle finanze tedesco Olaf Scholz, insieme al suo collega (il ministro delle finanze francese) Bruno Le Maire, possano portare avanti questo progetto oggi e tutti noi ci stiamo lavorando insieme", ha aggiunto.
Scholz ha detto ieri che i ministri delle finanze sono quasi d'accordo "ma non del tutto" e che spera che si arrivi ad un accordo prima di Pasqua.
Ma le divisioni hanno finora impedito un accordo tra gli stati del sud dell'Ue, guidati dall'Italia, che richiedono misure di vasta portata come l'emissione di debito congiunto dell'Ue, e i Paesi Bassi, baluardo del nord fiscalmente conservatore, che chiedono moderazione e misure più mirate.
Settimane di intense discussioni sulle dimensioni e la portata del sostegno dell'Ue per attutire la crisi economica innescata dalla pandemia hanno messo in luce profonde divisioni all'interno dell'Ue, facendo eco a quelle già viste nella zona euro e nella crisi finanziaria iniziata dieci anni fa.
I 27 stati membri del blocco si sono scontrati anche sul tema dei farmaci e delle apparecchiature mediche.
Inoltre, sono stati imposti controlli di frontiera di emergenza all'interno di quella che normalmente è la zona di libera circolazione europea, nel tentativo di frenare la diffusione del virus, a ulteriore dimostrazione di quanto il coronavirus stia testando l'unità dell'Ue.