Di Senad Karaahmetovic
La Federal Reserve ha alzato il tasso di interesse di riferimento di 0,75 punti percentuali ieri, per la terza volta di fila. Il tasso di riferimento è ora arrivato al 3%-3,25%.
E soprattutto, il cosiddetto “dot plot” della Fed suggerisce ulteriori inasprimenti aggressivi all’orizzonte, con i tassi che potrebbero arrivare al 4,6% nel 2023.
“Ridurre l’inflazione probabilmente richiederà un periodo di crescita sotto il trend”, ha dichiarato il Presidente della Federal Reserve Jerome Powell. “E probabilmente anche un indebolimento delle condizioni del mercato del lavoro”.
“Ripristinare la stabilità dei prezzi è essenziale per raggiungere la massima occupazione e prezzi stabili sul lungo termine. Continueremo a farlo fino a quando non saremo convinti di aver finito”.
Dopo l’annuncio, il rendimento dei Treasury a 2 anni ha toccato il massimo dall’ottobre 2007. L’azionario è crollato, con l’indice S&P 500 che ha chiuso a -1,7%.
Ecco cosa ne pensano gli esperti di strategie:
Jan Hatzius, Goldman Sachs: “Ci aspettavamo un lieve rallentamento a novembre e rivediamo le nostre stime sugli aumenti dei tassi a 75bp a novembre, 50bp a dicembre e 25bp a febbraio, per un picco del 4,5-4,75% (rispetto al 4-4,25% precedente)”.
Andrew Hollenhorst, Citi: “Ci aspettavamo un messaggio interventista della Fed tramite dei “dot” più alti ed abbiamo sottolineato il rischio rialzista per i tassi. Tuttavia, la Fed è riuscita a superare persino le nostre aspettative più interventiste… Aggiungiamo altri 25bp complessivi alle nostre proiezioni e ora stimiamo un aumento da 75bp a novembre, 50bp a dicembre e 25bp a febbraio, per un tasso terminale del 4,5-4,75%”.
Michael Gapen, Bank of America: “Rivediamo al rialzo le nostre previsioni sul target range del tasso dei fondi federali nell’attuale ciclo di inasprimento. Ora ci aspettiamo che la Fed alzi il tasso di 75bp a novembre e 50bp a dicembre, e di 25bp a febbraio e marzo”.
Ellen Zentner, Morgan Stanley: “Pensiamo che la persistenza dell’inflazione terrà la Fed al picco per la maggior parte del prossimo anno, contro le aspettative dei mercati di un inizio anticipato dei tagli. La politica monetaria si muove in ritardo e la velocità a cui sta andando la Fed è un rischio, ma la banca sembra intenzionata a correrlo. Più in alto punta, e più sale il rischio di recessione”.
Ryan Wang, HSBC: “Cambiamo il nostro profilo sul tasso dei fondi federali, aspettandoci un altro rialzo da 75bp a novembre (prima 50bp), 50bp a dicembre (prima 25bp) ed infine 25bp a febbraio. Ciò porterebbe il range al 4,50-4,75% a febbraio, 50bp in più rispetto alla nostra stima precedente di un picco del 4,00-4,25%. I rischi per i tassi potrebbero ancora essere inclinati al rialzo considerata l’inflazione elevata e persistente”.