Negli ultimi sei mesi, il valore delle azioni europee è aumentato del 12%, spinto esclusivamente da un aumento del rapporto prezzo/utili (PE) e non da un incremento degli utili effettivi. Nello stesso periodo, la previsione media degli utili per azione (EPS) per il 2024 è stata corretta al ribasso del 5%, secondo gli strateghi di Goldman Sachs in un rapporto pubblicato lunedì.
Attualmente, i titoli europei hanno un rapporto PE di 13,5 volte i loro utili previsti per i prossimi 12 mesi, che è marginalmente inferiore di 0,5 punti al rapporto PE medio dal 1990. Ciò lascia gli investitori in dubbio sul potenziale di ulteriore crescita del mercato azionario.
Goldman Sachs ha sviluppato un nuovo modello di PE che suggerisce che la valutazione dell'indice Stoxx 600 potrebbe aumentare di circa il 2,5% nel corso del prossimo anno.
"In combinazione con la nostra proiezione di una crescita annuale degli utili del 4% entro il 2026, prevediamo un rendimento del 6% sui prezzi delle azioni nel prossimo anno, o del 9% se si includono i dividendi", hanno dichiarato gli strateghi della società di investimento.
Sulla base di queste stime, il prezzo obiettivo dell'indice Stoxx 600 tra 12 mesi dovrebbe essere di 540 dollari.
"I titoli europei hanno un prezzo inferiore a quelli americani, anche dopo aver corretto il loro rapporto PE atteso nei prossimi 12 mesi per la crescita degli utili prevista nel medio termine (PEG ratio)", ha osservato il team di Goldman Sachs.
"Se l'espansione economica dovesse riprendere leggermente e le banche centrali iniziassero a ridurre i tassi d'interesse a giugno, come previsto dai nostri analisti finanziari, è probabile che le valutazioni dei titoli aumentino ulteriormente", hanno proseguito.
Sembra che i titoli europei siano entrati nella fase di "ottimismo" del ciclo borsistico, una fase caratterizzata da valutazioni in aumento anche quando la crescita degli utili rallenta.
Contemporaneamente, l'aumento dei prezzi del petrolio rappresenta una duplice sfida per queste previsioni economiche. Non solo potrebbe ritardare la prevista riduzione dei tassi di interesse, ma potrebbe anche contribuire a un aumento della crescita degli utili, come indicato dagli strateghi.
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