Gli strateghi azionari di JPMorgan avvertono che il potenziale di crescita dei mercati azionari internazionali è ora significativamente limitato.
"La nostra posizione rimane che il potenziale di aumento delle quotazioni azionarie da questo momento sembra limitato e prevediamo che i mercati azionari subiranno un calo del 20-30% rispetto ai massimi previsti nel 2024", hanno dichiarato gli strateghi in un rapporto.
Nonostante queste fosche previsioni, gli strateghi esprimono comunque un parere positivo sulle azioni a piccola capitalizzazione, suggerendo che questi titoli offrono una migliore possibilità di investimento rispetto alle loro controparti più grandi nelle economie avanzate, Giappone escluso.
"Le azioni a piccola capitalizzazione potrebbero sottoperformare di un massimo di 200-300 punti base, ma hanno il potenziale per generare un rendimento in eccesso del 34-59% nei prossimi due o tre anni", hanno aggiunto gli analisti.
Gli strateghi sottolineano diverse incongruenze allarmanti nel mercato, che suggeriscono la probabilità di instabilità e pericolo. Tra queste, la curva dei rendimenti invertita, che spesso predice una flessione economica, in contrasto con le previsioni sugli utili che suggeriscono un aumento della crescita economica.
Si registra inoltre un divario senza precedenti tra le performance delle azioni a piccola e a grande capitalizzazione, che implica un clima di cautela negli investimenti, anche se le azioni a grande capitalizzazione hanno raggiunto nuovi livelli record. Inoltre, gli analisti notano la mancanza di un premio per il rischio nelle azioni statunitensi, con i rendimenti degli utili che scendono al di sotto dei tassi di interesse fissati dalla Federal Reserve.
Un altro segnale d'allarme è rappresentato dagli spread dei tassi d'interesse storicamente ridotti, soprattutto alla luce dei consistenti aumenti dei tassi da parte delle banche centrali - i più forti in oltre cinquant'anni - che si verificano in un momento in cui i bilanci delle società sono notevolmente meno solidi rispetto a prima della crisi finanziaria del 2008.
"Nel nostro quarto di secolo di esperienza, abbiamo assistito a mercati azionari che agiscono senza coerenza logica, e questi momenti richiedono sempre prudenza perché la somma di 2 più 2 fa inevitabilmente 4", concludono gli strateghi.
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