Le ultime fasi di un ciclo suggeriscono un posizionamento sui settori difensivi anche se le politiche fiscali più aggressive possono favorire small cap e industriali. Resta vivo il tema d’investimento nella Nuova Via della Seta
VERSO UNA RIDUZIONE DEL RISCHIO POLITICO
I fattori di tensione e incertezza sul fronte politico, influiscono negativamente sull’attività economica. Secondo le stime del Fondo monetario internazionale, infatti, nel 90 per cento dei Paesi la crescita ha rallentato rispetto all’anno scorso. “Nel terzo trimestre 2019 si attestava al 2,9 per cento, il livello più basso dal 2009”, sottolinea nell’articolo AllianzGI: Brexit e dazi, i mercati aspettano un cenno per scattare Stefan Scheurer, director, global capital markets & thematic research di AllianzGI. “Gli studi della Fed e del Fmi stimano un impatto negativo del conflitto commerciale sulla crescita economica globale nell’ordine di 80-110 punti base”. A causa dei rischi geopolitici, nel secondo semestre 2019 ci si attente una crescita globale inferiore al potenziale. “Non siamo convinti che una politica monetaria espansiva, in presenza di stimoli fiscali limitati, potrà essere sufficiente nell’attuale fase avanzata del ciclo a compensare i numerosi fattori negativi in ambiti politico ed economico”, aggiunge il director di AllianzGI. Il primo accordo sui dazi e i progressi sul fronte Brexit rappresentano i primi punti di svolta? “Una nuova riduzione del premio per il rischio politico nelle prossime settimane – conclude Stefan Scheurer -, insieme ad una politica monetaria sempre più espansiva a livello mondiale, potrebbero sostenere i mercati azionari globali”. Ma non solo. Il posizionamento sempre più attendista degli investitori e la raccolta netta positiva dei fondi obbligazionari potrebbero far pensare ad un’ulteriore svolta sul mercato...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge