PARIGI (Reuters) - La fiorente industria europea dei beni di lusso è finita sotto osservazione dopo che le autorità antitrust dell'Unione europea hanno iniziato a ispezionare una sede di Gucci a Milano nell'ambito di un'indagine che si estende a diversi Paesi.
L'ispezione di Gucci, in un sito collegato alla produzione di articoli da viaggio, borse e altri prodotti in pelle, è finalizzata a possibili violazioni dell'articolo 101 dell'Unione europea, secondo una fonte a conoscenza diretta della situazione.
L'articolo vieta gli accordi che limitano, impediscono o falsano la concorrenza all'interno dell'Ue e che hanno un effetto sul commercio tra gli Stati membri Ue.
Il gruppo francese del lusso Kering (EPA:PRTP), di cui fa parte Gucci, ha confermato ieri quanto anticipato da Reuters sull'ispezione, aggiungendo di stare collaborando pienamente con l'indagine della Commissione europea sul settore.
La fonte ha aggiunto che nessun altro sito italiano è stato oggetto di ispezioni.
Un portavoce di Kering ha detto che l'azienda non ha ulteriori commenti oltre alla dichiarazione di ieri. Anche la rivale Lvmh non ha commentato in merito alle perquisizioni.
Una conversazione con il team di investor relations di Kering ha prodotto poche nuove informazioni, ha detto Antoine Belge, analista di Exane Bnp Paribas (EPA:BNPP) in una nota di ricerca.
Secondo Belge, l'azienda è consapevole del fatto che l'indagine fa parte di un'inchiesta complessiva che coinvolge molte aziende e che tali indagini possono richiedere molto tempo.
"Queste indagini non sono comuni nel settore del lusso", ha detto, aggiungendo che è improbabile che le azioni Kering reagiscano in modo significativo fino a quando non ci saranno ulteriori notizie.
Intorno alle 14,00 il titolo è in calo dello 0,7%.
La Commissione europea ha reso noto martedì che le autorità antitrust hanno perquisito aziende attive nel settore della moda in diversi Paesi Ue, ma non ha indicato i nomi delle società coinvolte né ha specificato le potenziali violazioni su cui sta indagando.
Le aziende riconosciute colpevoli di aver violato le norme Ue rischiano multe fino al 10% del loro fatturato globale.
Secondo una nota di ricerca di Equita, in questa ipotesi - considerata al momento lo scenario 'worst case' - l'impatto sarebbe pari al 3% della capitalizzazione di mercato di Kering.
La Commissione ha detto martedì che l'ultima ispezione non è collegata ad altre perquisizioni che hanno coinvolto l'industria della moda negli ultimi due anni.
(Tradotto da Chiara Bontacchio, editing Sabina Suzzi)