Di Alessandro Albano
Investing.com - L'alta volatilità dei mercati, dovuta alle tensioni geopolitiche e ai fattori macroeconomici, ha causato un forte re-pricing delle valutazioni azionarie, con lo S&P 500 che ha chiuso il peggior semestre dal 1970.
In termini di nuove quotazioni, i fattori appena citati hanno provocato un continuo rallentamento delle IPO nel primo e secondo trimestre 2022, determinando un notevole calo sia del numero di operazioni che dei ricavati. Secondo il nuovo "Global IPO Trends 2022" di Enrst&Young, "il drammatico rallentamento dell'attività di IPO quest'anno, dopo un 2021 record, è stato registrato nella maggior parte dei principali mercati".
Per il secondo trimestre del 2022, il mercato globale delle IPO ha visto 305 operazioni che hanno raccolto 40,6 miliardi di dollari di proventi, con una diminuzione rispettivamente del 54% e del 65% su base annua. Nei primi sei mesi 2022, invece, ci sono state un totale di 630 IPO che hanno raccolto un totale di $95,4 miliardi, riflettendo diminuzioni rispettivamente del 46% e del 58% su base annua.
Le 10 maggiori IPO (in base ai ricavi) hanno raccolto 40 miliardi di dollari, con l'energia che ha dominato tre delle prime quattro operazioni, sostituendo il settore tecnologico come principale raccolta di fondi. Il settore tecnologico ha continuato a guidare per numero, spiega E&Y, ma la dimensione media delle offerte iniziali è scesa "da 293 milioni di dollari a 137 milioni di dollari", mentre l'energia ha superato la guida dei ricavi con la dimensione media in aumento "da $191 milioni a $680 milioni YoY".
Anche le quotazioni tramite società di acquisizione per scopi speciali (SPAC) sono notevolmente diminuite, in linea con le operazioni tradizionali "nonostante l'adesione di nuovi mercati", a causa "di condizioni di mercato più ampie, incertezza normativa e maggiori rimborsi".
In linea con il forte calo dell'attività globale di IPO si è registrato, infine, un sensibile calo dell'attività transfrontaliera influenzata dalle pressioni geopolitiche e dalle politiche dei governi sulle quotazioni all'estero" (si esclude, aggiungiamo noi, la quotazione di Ermenegildo Zegna (NYSE:ZGN))