Di Alessandro Albano
Investing.com - Il crash di SVB (NASDAQ:SIVB) e gli effetti sul sistema bancario americano stanno affossando il credito europeo, con il FTSE MIB che sta perdendo il 4,3% (circa 1.200 punti) in linea con DAX e STOXX 600. In rialzo, invece, i future per l'apertura odierna di Wall Street.
"Il problema di fondo è sempre lo stesso: l’aumento dei tassi, che ha favorito la fuga dagli asset illiquidi verso lidi più sicuri", scrive su Investing.com Fabrizio BArini, analista di Integrae SIM.
"Il problema - afferma - riguarda infatti principalmente intermediari non bancari, come società di gestione del risparmio, compagni assicurative (caso Eurovita insegna) e fondi di investimento".
A Milano, come altrove in Europa, sono le banche a risentire maggiormente di quanto sta accadendo negli Stati Uniti, con Intesa (BIT:ISP) e UniCredit (BIT:CRDI) che perdono entrambi l'8%. Monte dei Paschi (BIT:BMPS) e Banco Bpm (BIT:BAMI) cedono l'8,4%.
Forti vendite anche su risparmio gestito e assicurazioni, con Azimut (BIT:AZMT) e Generali (BIT:GASI) in rosso del 4,5%.
Il contesto dei mercati sta portando i trader a ridurre le proprie posizioni su tutti i settori quotati, con otto titoli che sono stati sospesi per eccesso di ribasso: Eni (BIT:ENI) cede il 3%, Telecom Italia (BIT:TLIT) perde il 5%, Pirelli (BIT:PIRC) -4,4% ed Enel (BIT:ENEI) -3%.
Al contrario, c'è stata una corsa all'obbligazionario dopo che SVB è stata di fatto commissariata dalle authority Usa, in quello che è stato descritto come il più grande crash bancario dai tempi di Washington Mutual nel 2008: il decennale francese e tedesco sono diminuiti in termini di rendimento dell'8% solo questa mattina, mentre il Btp della stessa scadenza è tornato sotto il 4,2%.
Negli Stati Uniti, la curva resta invertita ma il biennale è molto vicino al 4,2% dopo aver superato il 5,1% la scorsa settimana, il livello più alto da 15 anni.
Il caos provocato dalla bancarotta di SVB sta portando gli analisti a rivedere le politica monetaria della Fed, la quale potrebbe fermare il rialzo dei tassi per non creare troppe disruption nel mercato del credito.
Da Goldman Sachs (NYSE:GS) non si aspettano più che la Fed aumenti i tassi nella riunione della prossima settimana, con la banca che vede "una notevole incertezza sul percorso oltre marzo".
"Abbiamo lasciato invariata la nostra aspettativa che il FOMC effettui rialzi di 25 pb a maggio, giugno e luglio e ora ci aspettiamo un tasso terminale del 5,25-5,5%, anche se vediamo una notevole incertezza sul percorso".