Gli analisti di JPMorgan sono ottimisti sui titoli energetici europei e incoraggiano gli investitori ad acquistare le azioni quando i prezzi scendono, in previsione di un aumento significativo dei prezzi del petrolio a partire dalla metà del decennio.
Gli analisti sottolineano la forte generazione di liquidità in eccesso del settore, sostenuta da costi di produzione sostenibili tra i 50 e i 55 dollari per ogni barile di petrolio.
Mentre si avvicina la riunione dell'Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (OPEC) del 1° giugno, JPMorgan osserva che la decisione di aumentare la produzione di petrolio non è ancora definitiva, come riportato nel documento Global Energy Strategy (GES).
"Una rivalutazione dei limiti di produzione per la seconda metà del 2024 e con un focus sul 2025 dovrebbe eliminare una grande incertezza per il mercato petrolifero e dovrebbe rafforzare (piuttosto che indebolire) la cooperazione nell'anno successivo", hanno detto gli analisti di JPMorgan.
"Di conseguenza, questo dovrebbe sostenere la capacità duratura del gruppo di influenzare i prezzi del petrolio", hanno aggiunto.
JPMorgan sottolinea che la liquidità generata dalle aziende petrolifere europee nel primo trimestre ha rispettato le previsioni. Le previsioni della società dopo le relazioni sugli utili, basate su un prezzo del petrolio di 80 dollari al barile e su un prezzo del gas naturale nell'Unione Europea di 35 euro per megawattora, suggeriscono che le proiezioni sugli utili per azione (EPS) sono solide, con stime ampiamente corrispondenti per il 2024 e in aumento del 5% per il 2025.
Con queste cifre, i rendimenti del free cash flow per il 2024 e il 2025 dovrebbero essere superiori al 10% e la differenza di valore di mercato rispetto alle società americane potrebbe continuare a far discutere sulla quotazione nelle borse americane durante la stagione estiva degli utili.
"Siamo convinti che il settore petrolifero e del gas sia molto poco apprezzato e sottovalutato, vista la necessità di rivalutare la transizione energetica", hanno dichiarato gli analisti.
Gli analisti preferiscono le società che si concentrano sul petrolio e su una forte posizione nel mercato globale del gas naturale liquefatto (LNG) piuttosto che sui prezzi immediati del gas, consigliando di investire maggiormente in Shell (SHEL), Eni (E), TotalEnergies (TTE) e Repsol (REPYY), mentre suggeriscono di investire meno in BP (BP), Equinor (EQNR) e Neste.
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