Di Senad Karaahmetovic
Jamie Dimon, CEO di JPMorgan (NYSE:JPM), ritiene che la crisi bancaria “non sia ancora finita” e che le conseguenze si faranno sentire “per anni a venire”.
Su una nota più positiva, Dimon afferma che la crisi bancaria del 2023 non è “niente di paragonabile a ciò che si è verificato durante la crisi finanziaria globale del 2008”.
“L’attuale crisi bancaria coinvolge un numero molto inferiore di operatori finanziari e ci sono molte meno questioni da risolvere”, ha scritto Dimon nel report annuale di JPM per il 2022.
Il banchiere più influente del mondo ha aggiunto che è necessario imparare alcune lezioni e ha chiesto “alcune modifiche al sistema normativo”. Tuttavia, mette in guardia i responsabili politici dall’adottare “risposte impulsive, a casaccio o politicamente motivate, che spesso si traducono nel risultato opposto a quello che ci si prefiggeva”.
“È giunto il momento di riflettere a fondo e di coordinare normative complesse per raggiungere gli obiettivi che vogliamo, eliminando costose inefficienze e politiche contraddittorie”.
Più specificamente, Dimon chiede il rafforzamento delle banche regionali, medie e comunitarie, che sono “essenziali per il sistema economico americano”.
L’amministratore delegato di JPMorgan ha anche messo in guardia dalle “nubi di tempesta che ci attendono”, conseguenza di un anno 2022 “non normale”. Più precisamente, Dimon sottolinea che “la spesa fiscale senza precedenti, l’inasprimento quantitativo e le tensioni geopolitiche” sono i principali fattori di disturbo.
“Sebbene l’attuale crisi abbia messo in luce alcune debolezze del sistema, non deve essere considerata, come ho sottolineato, simile a quella che abbiamo vissuto nel 2008. Tuttavia, abbiamo di fronte a noi altre questioni uniche e complicate”, ha concluso.