OraFinanza - Banca centrale europea verso il meeting previsto per il prossimo 12 dicembre e la Presidente Christine Lagarde ha parlato oggi delle politiche monetarie dell’istituto centrale, mantenendo fermo il ‘mantra’ della subordinazione delle sue scelte nei confronti dei dati economici.
"Rivedremo la nostra posizione la prossima settimana, seguendo il nostro approccio dipendente dai dati e meeting-by-meeting”, spiegava oggi Lagarde, aggiungendo che “pertanto non ci stiamo impegnando in anticipo per un percorso di tasso particolare".
Lagarde ha poi ricordato che a ottobre la BCE ha abbassato i suoi tassi di interesse chiave di 25 punti base, dopo i precedenti tagli dei tassi di giugno e settembre. "Le informazioni disponibili alla nostra riunione di ottobre hanno confermato che il processo disinflazionistico era sulla buona strada”, e “il nostro tasso di deposito, il tasso attraverso il quale indirizziamo la posizione della politica monetaria, ora è al 3,25%", proseguiva.
Guardando al futuro, "si prevede che l'inflazione aumenterà temporaneamente nel quarto trimestre di quest'anno, poiché i precedenti bruschi cali dei prezzi dell'energia usciranno dai tassi annuali, prima di scendere al di sotto dell'obiettivo nel corso del prossimo anno", dichiarava la numero uno della BCE.
Fondamentale è lo stato di salute dell’eurozona e “i dati basati sui sondaggi suggeriscono che la crescita sarà più debole nel breve termine, sulla scia del rallentamento della crescita nel settore dei servizi e di una continua contrazione nel settore manifatturiero", aggiungeva la Presidente.
Nel prossimo futuro, continuava Lagarde, “la ripresa economica dell'area euro dovrebbe iniziare a prendere piede e si prevede che la spesa dei consumatori aumenterà con l'aumento dei redditi reali e che gli investimenti si riprenderanno con l'affievolirsi dell'impatto del precedente inasprimento della politica monetaria".Restano, però, “incerte” le prospettive economiche a medio termine, ancora “dominate dai rischi al ribasso”, con “rischi geopolitici elevati e crescenti minacce al commercio internazionale”, in quanto “gli elevati gradi di apertura commerciale e di integrazione nelle catene di fornitura globali rendono l'area euro vulnerabile agli shock esteri, con potenziali barriere commerciali che rappresentano minacce per il settore manifatturiero e gli investimenti".
Le parole di Lagarde arrivano dopo altre dichiarazioni dei membri del consiglio direttivo della BCE. Secondo Boris Vujcic, governatore della banca centrale croata, la BCE resta sulla buona strada per continuare a tagliare i tassi a un ritmo graduale piuttosto che optare per una mossa più ampia quando si riunirà la prossima settimana. "Non credo che sarà una decisione così difficile a dicembre", ha affermato.
Dopo i tagli dei mesi scorsi, “ho visto il Consiglio direttivo essere sulla stessa lunghezza d'onda e non credo davvero che sarà molto diverso nelle prossime riunioni", ha concludeva Vujcic, spiegando che "quando la strada è scivolosa, si fanno piccoli passi ed è quello che stiamo facendo".
Anche per Olli Rehn, governatore della banca centrale finlandese, “i motivi per un taglio dei tassi a dicembre sono aumentati ed è probabile che l'allentamento della politica monetaria continui nei prossimi mesi”. Stessa musica da Robert Holzmann, Presidente della banca centrale austriaca, secondo il quale è “ipotizzabile” che la BCE tagli i tassi di interesse di 25 punti base nel corso della prossima riunione, che però ha aggiunto: “non di più, ma non è ancora deciso”.
Un taglio maggiore è previsto dagli analisti di Unicredit (BIT:CRDI) nel loro report ‘The Compass’, secondo i quali la BCE potrebbe addirittura tagliare di 50 punti base tra una settimana, portando il tasso sui depositi al 3%, e si tratterebbe della prima volta per l’istituto da quando il 6 giugno ha avviato l’allentamento della sua politica monetaria.
Successivamente, un'altra riduzione di 50 punti base dovrebbe essere annunciata da Francoforte nel primo trimestre del 2025, sempre secondo Unicredit, quando la BCE porterà i tassi al 2,50%.
Poi arriverà la cautela, con una riduzione di 25 punti base nel secondo trimestre 2025 e abbassando i tassi di nuovo di 1/4 di punto percentuale nel terzo trimestre, facendoli scendere al 2%. Un altro taglio di 25 punti base arriverà nell'ultimo trimestre del 2025, quando il costo del denaro dell'area euro sarà abbassato all'1,75%, rimanendo poi inchiodato a questo livello per tutto il 2026.