Investing.com - Il prezzo del greggio segna un brusco calo nella mattinata statunitense di questo lunedì e tocca il minimo di due mesi nei segnali di ripresa dell’attività di estrazione statunitense.
La notizia del fallito colpo di stato in Turchia è stata oramai superata dai mercati, dopo aver fatto salire i timori per una possibile interruzione delle forniture da quell’area.
Sul New York Mercantile Exchange, il greggio con consegna ad agosto è sceso di oltre due punti percentuali, al minimo della seduta di 45,59 dollari al barile. Successivamente si è attestato a 45,84 dollari alle 13:40GMT, o 9:40AM ET, in calo di 81 centesimi, o dell’1,74%.
Venerdì Baker Hughes ha dichiarato che il numero degli impianti di estrazione negli Stati Uniti è salito di 6 unità la scorsa settimana, a 357, segnando il terzo aumento consecutivo ed il sesto aumento nelle ultime 7 settimane.
La ripresa dell’attività di estrazione negli USA ha alimentato la speculazione che la produzione nazionale possa vedere un vero e proprio rimbalzo nelle prossime settimane, scatenando la preoccupazione per l’eccesso di scorte globali.
Sull’ICE Futures Exchange di Londra, il greggio Brent con consegna a settembre è sceso di 78 centesimi o dell’1,64%, a 46,83 dollari al barile, dopo aver toccato il minimo intraday di 46,52 dollari, per via del calo dei timori sulle forniture provenienti dalla Turchia.
Il governo turco ha dichiarato domenica che il paese è tornato sotto controllo dopo lo sventato colpo di stato di venerdì notte contro il Presidente Tayyip Erdogan.
La notizia ha fatto scendere i timori di una possibile interruzione dei trasporti del greggio attraverso gli stretti della Turchia, punti cruciali per il trasporto marittimo.