NEW YORK - Le azioni delle principali compagnie petrolifere ExxonMobil (NYSE:XOM), Chevron e ConocoPhillips (NYSE:COP) hanno subito un calo in seguito all'annuncio dell'Arabia Saudita di tagliare i prezzi di esportazione del petrolio di 2 dollari al barile. La decisione di uno dei più grandi esportatori di petrolio al mondo ha provocato un'ondata di ribassi sul mercato, con un conseguente calo significativo dei benchmark del greggio. Il greggio West Texas Intermediate (WTI) è sceso di oltre il 4% a poco meno di 71 dollari, mentre il Brent è sceso del 3,5% a circa 76 dollari al barile.
I prezzi delle azioni di ExxonMobil, Chevron e ConocoPhillips ne hanno risentito: le azioni di ExxonMobil sono scese del 2,68%, quelle di Chevron dell'1,65% e quelle di ConocoPhillips del 2,84%. Questa flessione si è verificata nonostante i recenti upgrade delle società di servizi finanziari Truist e Piper Sandler, che avevano alzato gli obiettivi di prezzo di queste major petrolifere in previsione di prezzi del petrolio stabili o in miglioramento.
Nonostante la reazione immediata del mercato, gli analisti rimangono ottimisti sulle prospettive del settore petrolifero. Truist prevede che il greggio WTI avrà una media di 78 dollari al barile nel 2024 e sottolinea i sostanziali rendimenti che queste società hanno generato in precedenza. Collettivamente, ExxonMobil, Chevron e ConocoPhillips hanno guadagnato 55,5 miliardi di dollari e le proiezioni indicano che i profitti potrebbero raggiungere circa 74 miliardi di dollari per l'anno in corso se i prezzi del petrolio si stabilizzeranno.
Gli analisti sottolineano anche la potenziale sottovalutazione dei titoli energetici, dato l'attuale rapporto prezzo/utili (P/E). Gli analisti consigliano agli investitori di mantenere le loro partecipazioni durante le fluttuazioni del mercato, segnalando di credere nella capacità di recupero e nella redditività a lungo termine del settore energetico nonostante la volatilità dei prezzi a breve termine.
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