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Le new entry dell'S&P 500: una storia di sottoperformance

Pubblicato 29.08.2024, 15:32
© Reuters.
US500
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Investing.com -- L'inclusione di una società in un indice azionario importante come il S&P 500 è spesso considerata un segno di successo, che segnala al mercato che la società ha raggiunto un certo livello di stabilità finanziaria e di crescita.

Tuttavia, gli analisti di Strategas Securities in una nota suggeriscono che la realtà potrebbe non essere così semplice come sembra.

Uno dei risultati più convincenti dell'analisi di Strategas Securities è la netta differenza di performance delle società prima dell'inserimento nell'S&P 500 rispetto a quelle successive.

Lo studio ha esaminato 160 società che sono state aggiunte all'S&P 500 tra il 2015 e il 2024. "In media, i nomi hanno sovraperformato l'S&P 500 di +4800 punti base, un risultato appena migliore rispetto alla sottoperformance di -66 punti base registrata 12 mesi dopo l'inclusione, come indicato nel punto precedente", hanno dichiarato gli analisti di Strategas Securities.

Questa sovraperformance potrebbe essere attribuita al fenomeno del "buy the rumor", in cui gli investitori anticipano l'inclusione di una società nell'indice e ne fanno salire il prezzo delle azioni nei mesi precedenti l'annuncio ufficiale.

L'inclusione stessa è spesso vista come una convalida della crescita e della stabilità di una società, che porta a un maggiore interesse degli investitori e, di conseguenza, a un'impennata del prezzo delle azioni.

Tuttavia, il quadro cambia radicalmente dopo l'inclusione. Lo stesso studio ha rilevato che nei 12 mesi successivi alla loro inclusione, questi nuovi componenti hanno sottoperformato l'indice più ampio di una media di 66 punti base.

Questa sottoperformance è sorprendente, soprattutto se si considera che di solito le società devono dimostrare un miglioramento dei fondamentali per soddisfare i requisiti di idoneità per l'inclusione nell'indice.

La sottoperformance successiva all'inclusione solleva dubbi sui benefici a lungo termine dell'inclusione in un indice principale. Suggerisce che gran parte dell'impatto positivo dell'inclusione è già prezzato nel momento in cui avviene l'inclusione.

Inoltre, l'impennata del prezzo delle azioni che precede l'inclusione potrebbe portare a una sopravvalutazione, rendendo difficile per il titolo sostenere la sua performance in seguito.

L'analisi ha esaminato anche la performance delle società eliminate dall'S&P 500, escludendo quelle che sono state acquisite. "In media, questi nomi sottoperformano l'indice di ~-825 punti base nei 12 mesi successivi alla loro uscita", hanno affermato gli analisti.

Questo non è del tutto inaspettato, poiché l'uscita dall'indice spesso riflette un deterioramento dei fondamentali di una società, che in genere continua anche dopo l'uscita.

Investire in un indice non garantisce una sovraperformance duratura, come spiega Strategas Securities. Sembra che sia in atto il fenomeno "compra la voce, vendi l'inclusione", in cui la reazione del mercato all'inclusione anticipata è molto più positiva dei benefici effettivi dell'inclusione stessa.

Per gli investitori a lungo termine, ciò suggerisce la necessità di essere cauti e di adottare un approccio più sfumato nel valutare l'impatto dell'inclusione in un indice sulla performance futura di un titolo.

Inoltre, la sottoperformance delle società dopo l'uscita sottolinea l'importanza di mantenere solidi i fondamentali.

Sebbene l'inclusione in uno dei principali indici possa fornire una spinta a breve termine, le società devono continuare a dimostrare una solida salute finanziaria per sostenere il successo a lungo termine.

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