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Market View: a quando il prossimo shock?

Pubblicato 18.04.2023, 15:44
© Reuters.

Investing.com - Ogni volta che la Fed frena, qualcosa sfonda il parabrezza. L’analogia è triste, ma si è rivelata vera. Se il 2022 è stato l’anno dell’inflazione che ha costretto le banche centrali a alzare i tassi al ritmo più veloce degli ultimi decenni, nel 2023 si aspettavano gli effetti economici. La recessione più telegrafata della storia sembrava inevitabile ed il problema era solo la tempistica. Il primo trimestre è stato un viaggio sulle montagne russe, con la narrazione oscillata tra ipotesi rialziste e ribassiste.

Ma l’indice MSCI All-Country World Equity Index e l’S&P 500 l’hanno chiuso in rialzo rispettivamente del 7,4% e del 7,5%, mentre a marzo i Treasury USA hanno registrato il più forte rally della storia e la volatilità dei tassi è salita ai massimi dalla crisi finanziaria globale.

Intanto la Cina ha riaperto i battenti e l’inverno mite in Europa ha aiutato la ripresa alimentando le speranze di un “non atterraggio”, tra dati economici solidi e tendenza alla disinflazione. I mercati hanno
iniziato a prezzare un taglio dei tassi e l’azionario ha registrato un’impennata di euforia. Ma poi hanno iniziato a rivalutare le aspettative di rialzo della Fed e un tasso finale più elevato.

A quando il prossimo shock?

A Questo punto, “A quando il prossimo shock?” si chiede in un commento Ritu Vohora, Investment Specialist, Capital markets, di T. Rowe Price. I casi di Silicon Valley Bank e Credit Suisse hanno provocato onde d’urto a marzo e in soli dieci giorni le aspettative sui tassi sono cambiate drasticamente, secondo l’esperta forse è stata la prima scossa di una serie di shock futuri.

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Le banche centrali hanno stabilizzato le turbolenze ma non siamo ancora fuori dai guai perché, spiega Vohora, non sappiamo quale sarà l'impatto sull’economia reale. Probabilmente ci troveremo in un limbo finché gli effetti non cominceranno a manifestarsi nei dati, di solito in ritardo di qualche trimestre.

Per l’esperta di T. Rowe Price non siamo comunque nel 2008, le banche sono meglio regolamentate e capitalizzate, ma è probabile che lo stress le costringa a ridurre l’assunzione di rischi per salvaguardare i bilanci.

Inoltre, sono un canale fondamentale per l’economia e l’inasprimento degli standard di credito prestito si tradurrà in costi più alti per le aziende, aumentando la pressione sugli utili.

Anche la liquidità si è drasticamente ridotta ed è probabile secondo Vohora che ora ci troviamo in un regime più restrittivo, che significa che dobbiamo aspettarci volatilità elevata. La Fed sta camminando su una corda tesa, con un piede sia sul freno dei tassi e l’altro sull’acceleratore della liquidità.

"La storia mette in guardia da un allentamento troppo precoce, ma la stretta del credito ha probabilmente accelerato una recessione e le banche centrali forse vogliono le armi giuste. Hanno aumentato i tassi a marzo ma potrebbero fare una pausa. L’inflazione comunque non è magicamente scomparsa e i tassi resteranno probabilmente “più alti più a lungo”, anche se con un picco più basso", prevede l’esperta di T. Rowe Price.

Opportunità dai bond

Vohora avverte che non è comunque il momento di essere compiacenti, spiegando che i mercati ribassisti si presentano in genere in tre fasi: prima uno shock dei tassi, poi un altro su utili o crescita, e infine della liquidità.

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Con l’S&P500 scambiato a 18 volte gli utili attesi le azioni non sono a buon mercato e probabilmente prezzano troppo poco il rischio recessione. Ma fuori dagli USA i mercati emergenti e il Giappone offrono ammortizzatori più ragionevoli. I mercati obbligazionari hanno una view più ribassista e la curva dei rendimenti continua a essere invertita, un segnale minaccioso che ha sempre preceduto la
recessione.

Secondo l’esperta di T. Rowe Price, le obbligazioni rappresentano ancora un’opportunità interessante di reddito e diversificazione in caso di rallentamento. Nel 2022, un anno da dimenticare, obbligazioni e azioni sono scese insieme, ed è probabile che persistano episodi di volatilità e illiquidità.

Per questo Vohora raccomanda diversificazione, attenzione alla qualità e ai fondamentali, importanti per navigare nelle oscillazioni del mercato e sfruttare le dislocazioni. La gestione del rischio di ribasso, evitando gli sconfitti, sottolinea in conclusione l’esperta di T. Rowe Price, sarà importante quanto il sostegno ai vincitori.

Questo articolo è stato scritto in esclusiva da Financialounge.com per Investing.com. Ogni settimana, "Market View" propone interviste originali con case d'investimento sui temi centrali di mercato che verranno riportate esclusivamente sul nostro sito. Non costituisce sollecitazione, offerta, consulenza o raccomandazione all'investimento

Ultimi commenti

L’azionario salirà max altri 5% poi nn reggerà pressione e ribassi
mi sembra che ancora non sia Finito
se pensiamo già al prossimo shock è meglio che mettiamo i risparmi sotto il materasso quindi: L'investitore non può e non deve continuare a inserire nelle proprie decisioni eventuali eventi esogeni, proprio perché questo non solo svilisce la continuità del processo decisionale ma crea una barriera psicologica fortissima a qualunque tipo di scelta.
sagge parole!
va considerato come rischio però
ti ha detto di diversificare e costruirsi ptf prudente....che S&P sia cara , con utili attesi a 196 x 18 , in un contesto recessivo nn è da comprare....c è da dire che i listini sono sospinti dalla liquidità delle banche centrali che sono tornate ai massimi dal periodo del covid...può durare questa fanta finanza?
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