Di Senad Karaahmetovic
Gli esperti di Morgan Stanley non sono pronti a dare il via libera per le azioni statunitensi. Nonostante il 2022 sia stato uno degli anni più difficili per gli investitori, MS vede ulteriori sfide per le azioni nel breve termine.
“È il momento di avere pazienza”, scrive Lisa Shalett, CIO di Morgan Stanley nelle “Previsioni 2023” inviate ai clienti.
Questa posizione cauta si basa sul fatto che le azioni della Fed hanno bisogno di 6-12 mesi per avere un pieno impatto economico. Secondo Shalett, il mercato potrebbe non conoscere il pieno impatto di rialzi aggressivi “fino al prossimo anno”.
Facendo eco ai commenti del collega Michael Wilson sull’elevato rischio degli utili, la stima per gli EPS di S&P 500 per il 2023 è di 230 dollari. Si tratta di un valore estremamente elevato, dato che alcuni dei principali indicatori indicano una probabilità di recessione dell’80%.
“Uno scenario di questo tipo non tiene conto della probabilità che le aziende si trovino contemporaneamente di fronte a un calo dei volumi e a una perdita di potere di determinazione dei prezzi, con una forte leva operativa negativa”, spiega Shalett.
La stima sugli EPS di Morgan Stanley è di 195 dollari, significativamente al di sotto del consenso. In linea con questa stima, Shalett vede un calo del 15-20% rispetto ai livelli attuali dell’S&P 500. Il calo nella prima metà dell’anno dovrebbe “essere seguito da una ripresa fino alla fine dell’anno, a un livello essenzialmente piatto rispetto a quello attuale”.
La pausa della Fed indebolirà il dollaro americano e “potrebbe tradursi in rendimenti positivi per le materie prime, l’oro e i titoli non statunitensi”.
“I mercati emergenti appaiono particolarmente interessanti, date le loro valutazioni relative e la complessiva resilienza di fronte ai lockdown in Cina, all’inflazione dei prezzi dell’energia e dei generi alimentari e alla forza del dollaro USA. Basandoci in parte sulle nostre aspettative di miglioramento delle prospettive di crescita cinese entro la prossima primavera, riteniamo che il rapporto rischio/rendimento sia superiore alla media”, ha aggiunto.