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Mossa UniCredit su Commerzbank suscita pochi timori in Mittelstand tedesco

Pubblicato 25.09.2024, 15:14
© Reuters. Il logo di Commerzbank a Francoforte, Germania, 12 febbraio 2016.      Foto REUTERS/Ralph Orlowski/File Photo
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BERLINO (Reuters) - Commerzbank (ETR:CBKG) ritiene che il suo ruolo di principale istituto di credito per la fascia delle piccole e medie imprese, il cosiddetto "Mittelstand", che sostiene la prima economia europea, è la base per resistere alle offerte di UniCredit (BIT:CRDI).

Ma i leader stessi dei Mittelstand ne sono meno convinti.

Lunedì UniCredit ha detto che si sta preparando ad aumentare la quota in Commerzbank al 21%, una mossa che il cancelliere Olaf Scholz ha definito "un attacco ostile".

I funzionari dei due principali gruppi imprenditoriali tedeschi che rappresentano le piccole e medie imprese hanno invece citato i vantaggi di scala che una fusione transfrontaliera potrebbe offrire, riprendendo le argomentazioni della banca italiana.

"Questo potrebbe dare il via alla trasformazione, che serve con urgenza, dell'attività in difficoltà di Commerzbank affinché diventi nuovamente competitiva, il che sarebbe un vantaggio anche per le aziende tedesche", ha detto Marc Tenbieg, direttore generale dell'associazione Dmb, che conta più di 27.000 membri di piccole e medie imprese.

Commerzbank ha evidenziato l'aumento dei livelli di soddisfazione dei clienti del Mittelstand e stima di gestire circa il 30% degli scambi commerciali delle aziende tedesche orientate all'export con il resto del mondo.

Invece, secondo Hans-Juergen Voelz, capo economista della federazione Bvmw, che conta 29.000 membri e che rappresenta l'altro principale gruppo imprenditoriale del Mittelstand, le banche commerciali hanno bisogno di crescere per incrementare gli utili e i bilanci, rafforzando così la capacità di concedere prestiti.

"Se nel caso di Commerzbank una fusione con un'altra istituzione bancaria europea contribuisce a questo obiettivo, la accogliamo con favore", ha detto Voelz.

La mossa di UniCredit è stata criticata dai partiti di tutto lo spettro politico tedesco, sebbene non possano fare molto per impedire un'eventuale acquisizione.

Friedrich Merz, il leader dell'opposizione cristiano-democratica che molti vedono come il prossimo cancelliere, ha fatto notare che Commerzbank ha concesso prestiti a circa un terzo delle imprese del Mittelstand e ha detto che "dobbiamo parlare" delle implicazioni di un'eventuale acquisizione da parte di UniCredit.

Commerzbank è partner di circa 25.500 gruppi di clienti aziendali e di quasi 11 milioni di clienti privati e piccole imprese in Germania, come si legge sul sito web della banca.

Secondo il suo rapporto annuale, i prestiti esplicitamente concessi al settore delle piccole imprese tedesche nel 2023 ammontano a circa 83 miliardi di euro.

Ieri i membri del consiglio di sorveglianza di Commerzbank si sono opposti con forza a un'acquisizione, mentre i sindacati locali sono preoccupati per i tagli ai posti di lavoro e per il trasferimento della sede centrale all'estero.

UN DIBATTITO PIÙ AMPIO

Le speculazioni sulle fusioni si inseriscono in un dibattito europeo molto più ampio sulla necessità per la regione di migliorare la propria competitività economica nei confronti di Stati Uniti, Cina e altri rivali.

La scorsa settimana, l'ex presidente della Banca centrale europea Mario Draghi ha presentato un rapporto a lungo atteso che sottolinea in termini generali la necessità di aiutare le imprese europee a raggiungere una dimensione di scala e ha invitato a muoversi verso un settore bancario europeo più omogeneo.

"Quanto più grandi sono le rispettive istituzioni, tanto prima possono essere finanziati i progetti e tanto più grandi possono essere le transazioni in un contesto internazionale", ha detto Volker Treier, responsabile del commercio estero presso la Camera di Commercio tedesca (Dihk).

© Reuters. Il logo di Commerzbank a Francoforte, Germania, 12 febbraio 2016.      Foto REUTERS/Ralph Orlowski/File Photo

Due fonti governative hanno detto ieri a Reuters che Berlino non ritiene di avere poteri legali da utilizzare per impedire l'acquisizione da parte di UniCredit.

"A prescindere da ciò che accadrà ora a Commerzbank, ritengo positivo che lo Stato si ritiri come potente azionista individuale", ha detto Thomas Hoppe, presidente dei "Giovani Imprenditori", un'associazione che rappresenta gli imprenditori sotto i 40 anni.

(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Stefano Bernabei)

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