Di Michael Elkins
Il CEO di Tesla (NASDAQ:TSLA), Elon Musk, questo mercoledì ha presentato ricorso contro il rifiuto di un giudice di mettere fine ad un accordo del 2018 con la U.S. Securities and Exchange Commission. L’accordo era scaturito da una causa con i regolatori federali circa delle dichiarazioni fuorvianti postate da Musk su Twitter. Musk aveva scritto di avere i fondi per privatizzare la società.
La sentenza prevedeva che Musk si dimettesse da presidente del consiglio di amministrazione, pagasse 20 milioni di dollari di multa e rispettasse le nuove procedure della società per qualsiasi nuova comunicazione legata a Tesla, comprese quelle tramite il suo profilo Twitter. In base alle nuove procedure, un avvocato di Tesla deve controllare i tweet che potrebbero contenere informazioni importanti sulla società prima che possano essere pubblicati.
Musk ha reso noto che chiederà alla Corte d’Appello del II Circuito degli Stati Uniti a Manhattan di ribaltare la decisione di aprile del giudice distrettuale Lewis Liman a favore dell’accordo.
A marzo Musk aveva chiesto al giudice Liman di mettere fine al decreto di autorizzazione. Musk ha dichiarato di essere stato costretto all’accordo con la SEC, affermando di “non aver mai mentito agli azionisti” col suo tweet.
Secondo il giudice Linman, “Musk, accettando il decreto di autorizzazione nel 2018, ha accettato anche la clausola riguardante la pre-approvazione di qualunque comunicazione scritta che contenga, o possa contenere, informazioni importanti per Tesla o i suoi investitori”.
“Ora non può lamentarsi che questa clausola viola i diritti del Primo Emendamento. La tesi di Musk che la SEC abbia usato il decreto per vessarlo e per analizzare le sue parole è infondata e, in questo caso, particolarmente ironica”, aggiunge.
Musk al momento è in trattativa per acquisire Twitter per 44 miliardi di dollari. L’accordo è sospeso e ci si chiede se verrà mai concluso, considerate le critiche dello stesso Musk riguardo ai problemi con i bot di Twitter.