Di Senad Karaahmetovic
Gli analisti di Morgan Stanley, ritengono che i titoli azionari statunitensi possano scendere questa settimana a causa del ribilanciamento di fine mese e dell’imminente riunione del FOMC.
Sembrano sorpresi dall’entità del recente balzo dei titoli; tuttavia, ritengono che tutte le buone notizie siano ormai scontate. L’indice S&P 500 è in rialzo di poco più del 6% a gennaio, dopo la chiusura di venerdì a 4.070,56.
“Riteniamo che la recente azione di prezzo sia più che altro un riflesso dell’effetto gennaio e dello short covering dopo una fine di dicembre difficile e un anno brutale. La realtà è che gli utili si stanno rivelando persino peggiori di quanto temuto sulla base dei dati, soprattutto per quanto riguarda i margini”, hanno scritto gli analisti di Morgan Stanley in una nota settimanale.
Inoltre, sostengono che “gli investitori sembrano aver dimenticato la regola numero uno del ‘non combattere la Fed’”.
“Forse questa settimana servirà da promemoria”, hanno aggiunto.
Gli analisti hanno una previsione di 195 dollari per l’EPS dell’S&P 500 per quest’anno, che vedrebbe l’indice scambiare significativamente al di sotto dei livelli attuali.
“In realtà, ci stiamo orientando maggiormente verso la nostra ipotesi ribassista di 180 dollari, sulla base del peggioramento dei margini finora registrato e delle proiezioni dei nostri modelli sugli utili. Riteniamo importante notare che di solito, quando la crescita degli utili forward diventa negativa, la Fed taglia i tassi. Questa volta non è così... un ulteriore problema per le azioni”, hanno concluso.
Nel complesso, secondo gli analisti, la combinazione del ribilanciamento di fine mese e della Fed potrebbe facilitare l’inizio di una nuova fase di ribasso delle azioni.