Di Ambar Warrick
Investing.com - Non si ferma la svalutazione del gruppo Adani. I titoli del colosso indiano hanno ripreso il sell-off dopo che l’operatore globale MSCI (NYSE:MSCI) ha dichiarato di non considerare validi i flottanti di "diversi titoli" legati alla capogruppo del tycoon indiano e di volere rivedere la quantità di azioni del gruppo disponibili sul mercato.
L’operatore renderà noti ulteriori dettagli sulla questione nel corso della giornata, ma la decisione potrebbe avere riscontri decisamente negativi per il colosso indiano, come la revoca degli stessi titoli dagli indici MSCI o, nel caso migliore, o un'ulteriore capitolazione del valore borsistico.
MSCI descrive il flottante come la percentuale di azioni in circolazione disponibili per l’acquisto sui mercati azionari pubblici da parte degli investitori internazionali. Per questo, si legge nell'annuncio, “MSCI ha stabilito che le caratteristiche di alcuni investitori sono sufficientemente incerte da non essere più designate come flottanti secondo la nostra metodologia”.
Il titolo di Adani Enterprises Ltd (NS:ADEL), l’azienda di punta del conglomerato, è crollato del 15% a 1.839,65 rupie, interrompendo due giorni consecutivi di guadagni. Adani Ports and Special Economic Zone Ltd (NS:APSE) è stata la seconda peggiore performance del gruppo, con un calo del 7%, mentre le azioni di altre aziende del conglomerato sono scese tra l’1,7% e il 6%.
La mossa rappresenta un altro colpo per il conglomerato indiano, che sta lottando con un forte calo delle valutazioni dopo che lo short seller Hindenburg Research ha accusato l’azienda di essere coinvolta in frodi e in una diffusa manipolazione del mercato azionario. Hindenburg ha inoltre espresso preoccupazione per gli elevati livelli di indebitamento della società di Gutan Adani, affermando che le azioni sono "sostanzialmente sopravvalutate".
In risposta alla dichiarazione di MSCI, il fondatore di Hindenburg, Nathan Anderson, ha dichiarato su Twitter: “La consideriamo come una conferma delle nostre conclusioni”.
Adani ha cercato di arginare il crollo del titolo innescato dal report di Hindenburg, rimborsando in anticipo oltre un miliardo di dollari di un prestito obbligazionario e annunciando un’ulteriore riduzione dell'indebitamento.
Tuttavia, gli effetti della chiusura anticipata della secondary offer e delle indagini da parte delle autorità fiscali e dei mercati non sono di certo svaniti: la maggior parte dei titoli sono ancora scambiati tra il 40% e il 60% al di sotto dei livelli registrati prima della pubblicazione del rapporto, con la perdita totale che si aggira nell'arco dei 120 miliardi di dollari in termini di capitalizzazione di mercato.