di Andrea Mandala
MILANO (Reuters) - Il percorso tracciato con la riforma delle popolari che porterà alla loro trasformazione in Spa è ormai definito nei suoi tratti principali, e difficilmente potrà essere modificato alla radice anche se alcuni correttivi possono essere introdotti.
Questa è l'opinione prevalente dei vertici delle banche coinvolte nel decreto che impone la trasformazione in spa a dieci istituti con attivi superiori agli 8 miliardi entro 18 mesi.
"Penso che ormai il percorso sia già definito, diventeremo Spa" ha detto Saviotti, a margine del congresso Assiom Forex, a proposito della riforma.
Saviotti ha inoltre escluso che ci possano essere ricorsi al decreto.
Dello stesso avviso l'AD di Pop Emilia, Alessandro Vandelli.
"Credo che questa strada difficilmente possa essere azzerata. In questo momento è forse importante riflettere se ci sono degli elementi che possono essere aggiunti a questo percorso che io non credo possa ormai essere modificato alla radice", ha detto Vandelli a Reuters.
"Si possano trovare degli elementi di attenuazione per riuscire a gestire un processo di trasformazione che è arrivato come un fulmine a ciel sereno", ha aggiunto l'AD.
Il governo non intende tornare indietro sulla riforma delle popolari ed è intenzionato a ricorrere anche alla fiducia mentre le banche vogliono percorrere la strada del confronto e del compromesso, pur evidenziando qualche dubbio di costituzionalità sul provvedimento.
"Il tema grande è riuscire a creare le condizioni per avere un azionariato che prima era caratterizzato da 90.000 soci e che domani dovrà essere caratterizzato da qualcuno che dia stabilità alla governance della banca per evitare che il primo fondo speculativo che arriva con un pugno di dollari se la porti via", aggiunge l'AD di Bper.
Le banche popolari da diversi anni sono impegnate in un lento processo di autoriforma delle governance ma il decreto del governo Renzi ha sconvolto il settore che sta adesso cercando con grande velocità di mitigare l'impatto introducendo alcuni meccanismi per conservare alcune carratteristiche del mondo cooperativo.
PROGETTO POPOLARE VICENZA IN ARRIVO
In questo contesto Pop Vicenza ha annunciato una progetto di che sarà svelato a breve.
"Si tratta di un progetto per salvaguardare la storia del mondo cooperativo dell'istituto", ha detto il presidente di Pop Vicenza Gianni Zonin senza dare dettagli del piano che sarà presentato "tra pochissime settimane" ma che non riguaderà aggregazioni.
Tra le ipotesi di riforma messe in campo dall'associazione Assopopolari, c'è la cosiddetta 'Spa ibrida' che prevede la cancellazione del principio del voto capitario ma introducendo lo strumento delle azioni a voto multiplo per gli azionisti stabili e anche un limite al possesso azionario (si parla del 3-5% dall'attuale 1%).
L'obiettivo sarebbe quello di evitare la scomparsa dei piccoli azionisti-dipendenti e soci storici come associazioni e fondazioni e al tempo stesso favorire l'ingresso di investitori istituzionali.
Meno probabile è invece la strada, preferibile per parte del comparto, di mantenere la forma cooperativa che verrebbe però stemperata introducendo elementi di maggiore apertura al capitale per garantire agli investitori istituzionali un'adeguata rappresentanza agli organi di governo della banca (doppio canale di voto, uno per testa e uno per capitale detenuto).
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