ROMA/MILANO (Reuters) - Il governo rinvierà al prossimo anno la cessione di una quota fino al 14% di Poste Italiane (BIT:PST), inizialmente prevista per l'inizio di dicembre.
Lo hanno riferito a Reuters tre fonti a conoscenza della situazione.
Il mese scorso Poste, controllata dallo Stato, ha comunicato che l'approvazione del documento di offerta di azioni da parte della Consob è stata temporaneamente sospesa, in attesa che il governo decida i tempi e le condizioni della vendita.
Una delle fonti ha detto che non c'è più tempo per effettuare il collocamento nel 2024.
No comment da parte del Tesoro e Poste.
Quando gli è stato chiesto di chiarire i piani del governo, a ottobre il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha detto che il governo avrebbe sistemato alcune "piccole questioni tecniche" riguardanti la transazione, senza approfondire.
Nell'ambito di una campagna di privatizzazioni per contenere l'elevato debito pubblico, il governo ha approvato quest'anno un decreto che consente al Tesoro di vendere parte della propria partecipazione del 29,3% di Poste.
Il governo intende mantenere più del 50% in mani pubbliche, se si considera anche la quota del 35% detenuta da Cassa Depositi e Prestiti (Cdp).
Poste è valutata a oltre 17 miliardi di euro ai prezzi di mercato attuali, il che significa che la cessione proposta dovrebbe ridurre il debito italiano di 2,4 miliardi di euro.
L'amministrazione Meloni ha ritardato l'offerta per mesi, in seguito alle resistenze dei partiti al governo e all'opposizione e da parte dei sindacati in ritorsione al previsto allentamento della presa dello Stato sui servizi pubblici fondamentali.
Inizialmente lo Stato aveva previsto di ridurre la propria partecipazione fino al 35%.
In risposta alle critiche dell'opposizione in parlamento, Meloni si è impegnata a concentrarsi sui risparmiatori nazionali nell'offerta pubblica, escludendo il coinvolgimento di grandi gestori patrimoniali.
Dal novembre dello scorso anno, il governo ha già guadagnato più di 4 miliardi di euro attraverso le cessioni di una quota del 52,5% in Monte dei Paschi di Siena (BIT:BMPS) (Mps) e di una partecipazione del 2,8% in Eni (BIT:ENI).
Nonostante le cessioni di asset, il Tesoro vede il debito pubblico salire a quasi il 138% del prodotto interno lordo nel 2026, dal 134,8% del 2023, prima di scendere marginalmente a partire dal 2027.
(Tradotto da Enrico Sciacovelli, editing Stefano Bernabei)