di Paolo Biondi
ROMA (Reuters) - Sulle riforme alla Camera si andrà avanti nell'esame fino a sabato, ma il voto finale è rinviato ai primi di marzo. Su questo voto ieri Silvio Berlusconi ha detto di non avere ancora deciso come esprimersi. Ora ha tempo per pensarci.
Il tribunale amministrativo, sulla cessione della quota Mediolanum da parte di Fininvest, ha rinviato la decisione da ieri al 22 aprile. Berlusconi dovrà aspettare per sapere se deve cedere o no.
Sulla riforma fiscale e il controverso tetto al 3%, la cosiddetta norma salva-Berlusconi, la decisione non sarà più presa al consiglio dei ministri del 20 febbraio, ma entro giugno.
Partendo da tutte queste cose Berlusconi aveva fatto fino a ieri la voce grossa, minacciando di voler andare al voto politico a maggio. In un solo giorno quella possibilità è andata terribilmente restringendosi: Berlusconi dovrà attendere prima di decidere cosa fare. E quando potrà finalmente decidere, i tempi per un voto generale a maggio insieme con le Regionali saranno tecnicamente impossibili. Addio arma di ricatto.
Nel frattempo dovrà trattare, duramente, con Raffaele Fitto per le liste 'arlecchino' delle Regionali: alleanza con la Lega in Veneto, con Ncd in Campania, con Fitto in Puglia... sembra tornato il 1994. Le tensioni saranno tutte su di lui mentre al governo Renzi avrà respiro per chiudere un po' di cose. Con "determinazione", come ha detto ieri a Sky, e trasferendo tensioni da sé agli avversari.