Di Ambar Warrick
Investing.com-- Il gigante russo dell'alluminio Rusal (MCX:RUAL) (HK:0486) ha riportato venerdì un utile semestrale più debole del previsto segnalando l'incertezza sulle operazioni per via delle sanzioni contro la Russia e la volatilità dei mercati delle materie prime.
In una dichiarazione alla Borsa di Hong Kong, Rusal ha scritto che il divieto da parte del governo australiano di esportare allumina e bauxite in Russia, unitamente alla sospensione della produzione della sua Raffineria Mykolaiv Alumina in Ucraina, causerà un forte aumento dei costi.
Rusal - un tempo il più grande produttore di alluminio al mondo - ha registrato un utile netto di 1,68 miliardi di dollari per i sei mesi fino al 30 giugno, in calo rispetto ai 2,02 miliardi di dollari dello scorso anno. Il gruppo sta ancora beneficiando dell'aumento dei prezzi globali dell'alluminio.
Le scorte esistenti hanno inoltre permesso a Rusal di mantenere la produzione di alluminio a 1,9 milioni di tonnellate nella prima metà dell'anno.
Ma le sanzioni imposte dagli Stati Uniti e dai suoi alleati per l'invasione in Ucraina hanno reso le transazioni con le banche straniere molto difficili per le aziende russe.
All'inizio dell'anno l'Australia ha vietato l'esportazione di allumina - un elemento chiave nella produzione di alluminio - verso la Russia. Questa mossa ha intaccato la capacità di Rusal di rifornirsi dell'elemento, e si prevede che i costi per l'azienda saranno molto più elevati.
Rusal, di proprietà dell'oligarca russo Oleg Deripaska, ha anche visto i propri beni ucraini congelati all'inizio di quest'anno.
Le sanzioni russe, insieme alla volatilità dei mercati globali, "creano un'incertezza materiale nella capacità del Gruppo di far fronte ai propri obblighi finanziari nei tempi previsti e di continuare ad essere un'entità in attività", ha dichiarato Rusal.
L'azienda con sede a Mosca ha dichiarato che i costi aumenteranno man mano che ricostruirà la catena di approvvigionamento. A giugno ha intentato una causa contro il minerario australiano Rio Tinto (ASX:RIO) per la sua quota del 20% di allumina prodotta congiuntamente in una raffineria del Queensland.
Il produttore di alluminio ha recentemente lanciato dei collocamenti obbligazionari in Yuan cinese e in rublo, nel tentativo di aggirare le sanzioni economiche occidentali contro le imprese russe.