BRUXELLES (Reuters) - Sei Paesi dell'Unione europea hanno chiesto alla Commissione europea di abbassare il tetto al prezzo del petrolio russo, pari a 60 dollari al barile, imposto dai Paesi del G7, sostenendo che ciò ridurrebbe le entrate di Mosca per continuare la guerra in Ucraina senza causare uno shock di mercato.
Il tetto al prezzo del greggio russo trasportato via mare, così come quello dei prodotti petroliferi raffinati, è stato fissato dai Paesi del G7 per contenere le entrate di Mosca legate al commercio del petrolio e limitare in questo modo la capacità del Paese di finanziare l'invasione dell'Ucraina.
"Le misure che mirano alle entrate derivanti dall'esportazione di petrolio sono cruciali, poiché riducono la singola fonte di entrata più importante della Russia", hanno scritto Svezia, Danimarca, Finlandia, Lettonia, Lituania ed Estonia in una lettera alla Commissione Ue.
"Riteniamo che sia giunto il momento di aumentare ulteriormente l'impatto delle nostre sanzioni abbassando il tetto del prezzo del petrolio fissato dal G7".
(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Claudia Cristoferi)