Investing.com - Apertura a due velocità per le Borse europee, con FTSE MIB e DAX sotto la parità a causa, per quanto riguarda Milano, delle debolezza del comparto bancario al quale l'indice blue-chip di Piazza Affari è molto esposto. Positive Londra e Parigi.
Questo nonostante lo S&P 500 abbia tocca i nuovi massimi annuali a 4.293 punti, entrando così in un nuovo bull-market. In scia, bene anche i listini dell'Asia/Pacifico come Hang Seng, Nikkei 225e SZSE Component.
Fed e Bce
L'attenzione è rivolta ora alla settimana delle banche centrali Se ci sono dubbi su cosa annuncerà la Fed, è quasi scontata la prossima mossa della Banca Centrale Europea, con un aumento di un quarto di punto previsto per giovedì. L'unica vera incertezza riguarda il meeting di luglio: la Bce si prenderà una pausa estiva?
La presidente Lagarde ha detto lunedì che è troppo presto per parlare di un picco dell'inflazione di base, e una netta maggioranza di economisti intervistati da Reuters si aspetta un altro aumento di 25 punti base a luglio. Il vicepresidente della BCE Luis de Guindos interverrà in un evento a Madrid nel corso della sessione nel quale potrebbero arrivare ulteriori conferme sul nuovo aumento dei costi di prestito.
"Le stime della BCE indicano che la stretta monetaria dovrebbe ridurre il PIL in media di 2 punti percentuali nel periodo 2022-2025, con un picco previsto per il 2023. Recessione quindi già messa in conto e che non crediamo spaventi la banca centrale. E con l’inflazione dell’area Euro al 6,1% (e quella core al 5,3%), non ci sembra che le parole della Lagarde lasciano spazi a dubbi: il prossimo 15 giugno la BCE aumenterà i tassi di ulteriori 25 bp", scrive su Investing.com Antonio Tognoli, analista di CFO Sim.
Eurozona in recessione
Con i tassi Bce che pian piano si avvicinano al 4%, ieri l'Eurostat ha certificato la recessione tecnica per l'eurozona, con un calo del Pil registrato per due trimestri di fila. Nella sua revisione sul Pil, l'istituto di statistica ha rilevato che il tasso di crescita è diminuito dello 0,1% tra gennaio e marzo rispetto al -0,1% registrato nel trimestre precedente. Su base annua, il tasso di crescita è stato pari all'1,0% dopo il +1,8% registrato nel quarto trimestre 2022.
Cosa succede in Cina
Sempre lato macro, dalla Cina arrivano nuovi dati ad indicare la debolezza della seconda economia mondiale: l'indice dei prezzi al consumo è diminuito dello 0,2% a maggio sul -0,1% di aprile, mentre su base annua è aumentato dello 0,2% mancando le stime di un aumento dello 0,4%.
Fa peggio l’inflazione dei prezzi alla produzione, scesa al ritmo peggiore da febbraio 2016, ovvero dopo lo shock da svalutazione dello yuan del 2015. L’IPP è sceso del 4,6% nei 12 mesi fino a maggio, estendendo il calo dopo la flessione del 3,6% del mese precedente.
Per stimolare domanda e investimenti, le maggiori banche statali del Paese hanno tagliato i tassi sui depositi in yuan, indicando un ulteriore aumento delle condizioni di liquidità locali e forse un più ampio taglio dei tassi di interesse da parte della banca centrale.
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