Di Geoffrey Smith
Investing.com - Una delle scommesse più popolari sui mercati azionari europei quest’anno è stata investire su un futuro “verde”. Tuttavia, la spagnola Iberdrola questo mercoledì ha dimostrato che potrebbero esserci ancora numerosi ostacoli lungo la strada prima di poterci arrivare.
Lo specialista delle energie rinnovabili, la seconda compagnia di servizi pubblici europea dopo Enel (MI:ENEI), effettivamente ha registrato un incremento del 12% dei profitti netti nel primo semestre, ma i ricavi sono scesi ed i margini operativi sono stati compressi in quanto la domanda nei suoi quattro mercati chiave è crollata, con i fattori forex su mercati come Regno Unito e Brasile che non hanno aiutato. Per quanto riguarda il lato positivo, è stata in grado di controbilanciare i ribassi dei prezzi al dettaglio con la sua grande attività di distribuzione spagnola e con gli acquisti ad un prezzo più basso da terze parti.
La compagnia ha reso noto che investirà 10 miliardi di euro quest’anno per accrescere l’attività mondiale delle rinnovabili, ma l’aumento dei prezzi degli asset energetici rinnovabili in tutto il mondo implica che 10 miliardi non basteranno a comprare quanto sarebbe stato possibile in passato. Iberdrola è alle prese con una guerra di offerte per Infigen, specialista dell’eolico che rafforzerebbe la sua posizione in Australia, ed ha dovuto alzare la sua offerta di circa il 4% ad 893 milioni di dollari australiani questa mattina.
La buona notizia è che la compagnia, e il settore in generale, riceve la spinta da una raffica di venti favorevoli. Il settore si avvia ad essere un enorme beneficiario del piano per la ripresa da 750 miliardi di euro dell’Unione Europea e può contare inoltre sul supporto della Banca Centrale Europea, la cui Presidente, Christine Lagarde, ha lasciato intendere di voler inclinare il quadro normativo dei finanziamenti in modo da migliorare la posizione competitiva delle rinnovabili. Contribuisce inoltre l’universo in rapida espansione dei fondi legati agli investimenti ESG, che garantisce che sempre più denaro privato sia indirizzato su una serie di asset che non crescono altrettanto rapidamente.
Importante inoltre notare che Iberdrola sembra stare gestendo bene i rischi esecutivi che comporta la sua ambiziosa strategia di espansione. La compagnia ha aggiunto 790 megawatt di eolico onshore sul solo mercato USA nel primo semestre, ed altri 225 megawatt in Spagna. La produzione complessiva dalle rinnovabili è schizzata di quasi il 19%. Sebbene a ciò abbia contribuito un aumento del 51% legato al clima nella produzione idroelettrica spagnola, lo storico della compagnia permette di credere ragionevolmente che possa realizzare enormi progetti futuri, tra cui i 12.000 megawatt di eolico offshore in fase di sviluppo ed i possibili ulteriori 9.000 MW in Svezia.
Non sorprende, allora, che il titolo di Iberdrola (che fino ad un decennio fa sarebbe salito e sceso in linea con la sua gravosa attività di servizi pubblici in Spagna) sia schizzato del 25% quest’anno. Il suo rivale portoghese EDP Renovaveis ha visto un’impennata del 35%, mentre l’operatore di parchi eolici danese Oersted rimbalza del 31% ed è scambiato a multipli forward che non sembrerebbero fuori luogo nella Silicon Valley.
Il titolo di Iberdrola (MC:IBE), ciononostante, ha ripreso fiato questo mercoledì, segnando -1,3% in linea con l’indice IBEX 35, dopo aver raggiunto un massimo storico ieri.