ZURIGO (Reuters) - La Svizzera non dovrebbe stabilire regole per il settore bancario che la mettano in una posizione di svantaggio.
Lo ha detto il Ceo di Ubs Sergio Ermotti in un momento in cui il Paese si prepara a rivedere la regolamentazione dopo l'acquisizione di Credit Suisse.
Nelle prossime settimane le autorità svizzere presenteranno regole bancarie più severe per evitare che si ripeta il crollo di Credit Suisse nel 2023, che ha lasciato Ubs come unica banca globale del Paese.
Ermotti ha affermato che una regolamentazione più severa a livello generale potrebbe indebolire il settore finanziario svizzero rispetto alla concorrenza di Londra, Hong Kong e Singapore.
"La Svizzera non può permettersi di ricadere nella 'sindrome dello studente modello' e di introdurre regole che non si applicano in altri Paesi", ha detto Ermotti al settimanale Migros-Magazin.
Citando i risultati di un'indagine parlamentare svizzera pubblicata a dicembre, Ermotti ha affermato che Credit Suisse è stata artefice della propria rovina e che le autorità svizzere hanno permesso alla banca di aggirare le norme già esistenti.
Secondo Ermotti le grandi banche hanno imparato dalle crisi passate e oggi rappresentano un fattore di stabilizzazione, non un problema.
"Anche se Ubs avesse un problema, sarebbe altamente improbabile per il contribuente perdere anche un franco", ha affermato Ermotti, sostenendo che la sua banca dispone di abbondanti riserve per coprire eventuali perdite.
Il banchiere ha affermato che l'integrazione di Credit Suisse in Ubs sta procedendo senza intoppi, indicando come sfida principale il rischio di ritardi in una complessa migrazione informatica.
Sul delicato tema della retribuzione Ermotti ha detto di aver sempre ritenuto di dover essere remunerato in linea con i concorrenti e in base alle sue prestazioni, aggiungendo che il suo primo stipendio mensile da tirocinante era di 350 franchi.
Nel 2023 il Ceo ha guadagnato 14,4 milioni di franchi.
(Tradotto da Laura Contemori, editing Gianluca Semeraro)