di Stefano Rebaudo
MILANO (Reuters) - Tre proxy adviser sono contrari alla retribuzione del nuovo amministratore delegato di Telecom Italia (MI:TLIT) Flavio Cattaneo, perchè legata a risultati di breve periodo e garantiti anche in caso di uscita anticipata con il rinnovo del consiglio e potrebbero mettere a rischio il via libera dell'assemblea.
Cattaneo è stato scelto come successore di Marco Patuano dimessosi in anticipo il 21 marzo per divergenze con il gruppo media francese Vivendi (PA:VIV), principale azionista dell'ex monopolista telefonico con il 24,6%.
Le contestazioni di Glass Lewis, Iss e Frontis contro i salari dei dirigenti di Telecom Italia seguono quelle di altri fondi e investitori in Europa.
Il mese scorso gli azionisti di BP hanno votato contro la remunerazione 2015 da 20 milioni di dollari dell'AD Bob Dudley in segno di protesta contro la perdita record messa a segno dal gruppo. Battaglia è prevista anche per l'ok alle remunerazioni dell'AD di Anglo American (LON:AAL), Mark Cutifani, e dell'AD di Julius Baer, Boris Collardiè.
Secondo la relazione del comitato di corporate governance di Telecom Italia il salario annuo di Cattaneo è pari a 1,4 milioni, in linea con quello di Patuano.
Esiste una componente variabile di breve termine, pari al 50% del salario se i target dell'anno sono raggiunti a livello minimo, che sale fino al 150% se raggiunti al livello massimo.
Cattaneo ha anche diritto a uno special award che può arrivare a 40 milioni.
BATTAGLIA IN ASSEMBLEA
Glass Lewis, Iss e Frontis definiscono "eccessivo" lo special award e contestano il fatto che i bonus siano garantiti anche nel caso di uscita anticipata.
"La performance dovrebbe essere misurata su tutto il periodo per garantire che i dirigenti siano incentivati a realizzare una crescita di lungo periodo non balzi temporanei della performance", si legge nel report di Glass Lewis.
All'assemblea del 25 maggio, i tre proxy suggeriscono di dare voto contrario sulla relazione di remunerazione e sul piano "special award".
I numeri non garantiscono a Vivendi il via libera sui punti contrastati anche se all'ultima assemblea di dicembre 2015 il gruppo francese ha dimostrato di avere alcuni fondi dalla sua parte. Vivendi è riuscita infatti a nominare i suoi uomini in cda nonostante il parere contrario dei proxy adviser.
I grandi fondi in quella occasione peraltro non si erano presentati in assemblea o si erano presentati con piccole partecipazioni consentendo a Vivendi di nominare i suoi rappresentanti in consiglio.