ROMA (Reuters) - Un maggiore utilizzo delle energie rinnovabili non si traduce necessariamente in un aumento dei prezzi e può anzi contribuire a ridurre l'inflazione rispetto a una continua dipendenza dai combustibili fossili.
Lo ha detto Fabio Panetta, membro del comitato esecutivo della Banca Centrale Europea, intervenuto oggi al Comitato esecutivo dell'associazione bancaria italiana a Roma.
Panetta ha preso di mira l'idea, difesa da alcuni economisti tra cui la sua collega Isabel Schnabel, che l'adozione di fonti energetiche a basse emissioni possa inizialmente comportare un aumento dei costi, soprattutto durante il processo di transizione.
"Il progresso verso un'economia più verde non implica necessariamente una maggiore inflazione", ha dichiarato Panetta. "Politiche adeguate nel campo dell'energia possono comprimere la domanda di combustibili fossili. Stimolando la produzione di energie rinnovabili a basso costo, esse possono contenere le pressioni inflazionistiche, e persino ridurre l'inflazione rispetto a uno scenario controfattuale caratterizzato dall'assenza di interventi".
Panetta ha sostenuto la necessità di ridurre le tasse e di sussidi per l'energia verde e il contrario per i combustibili fossili.
Bce sta combattendo contro un'inflazione salita ai livelli più alti degli ultimi decenni, anche se questo è stato principalmente stimolato dall'aumento dei costi delle forme tradizionali di energia, come il gas naturale, in seguito all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia.
(Francesco Canepa, versione italiana Stefano Bernabei, editing Claudia Cristoferi)