Di Alessandro Albano
Investing.com - I rendimenti dei Treasury statunitensi sono in calo in vista dell'annuncio della Federal Reserve di questa sera (19:00 CET), con indice del dollaro pressochè stabile in area 94.
Verso le 12:00 CEST, il titolo a dieci anni è in calo dell'1,2% ad un rendimento dell'1,53% dopo i picchi della scorsa settimana oltre l'1,64%, mentre il trentennale rende l'1,94%. Resta invertita la curva con la scadenza a vent'anni, che ora registra uno yield dell'1,9478%.
Tra le maturity a breve termine, le più colpite dalle vendite per la loro correlazione con le aspettative d'inflazione nei prossimi mesi, il titolo ad 1 anno è in rialzo dell'1,5% allo 0,1675%, mentre il biennale è in calo dello 0,9% ad un rendimento dello 0,475%.
Tassi e spread in diminuzione anche nel Vecchio continente, con BTP 10y in area 1% dopo la fiammata post BCE verso l'1,29%, e Bund oltre il -0,18%.
Il mercato sta aspettando con ansia le prossime mosse del Marriner S.Eccles Building, con l'inizio del tapering che appare ora scontato vista un'inflazione PCE ai massimi dal 1991 e dei prezzi al consumo stabilmente ai livelli del 2008.
La domanda degli investitori riguarda ora l'aumento dei tassi d'interesse e l'eventuale portata, con i futures di CME sui Federal funds che iniziano a prezzare un rialzo di 25 punti base del costo del denaro già nell'incontro di maggio, dando credito ai dot plot rilasciati dalla stessa Fed nel meeting di settembre che indicavano due aumenti dei tassi già nel prossimo anno.
"Negli ultimi sei mesi, l'inflazione è stata generalmente superiore alle attese e le previsioni di inflazione, comprese le nostre, sono aumentate costantemente", affermano gli analisti di Goldman Sachs (NYSE:GS) che ora prevedono "due aumenti da parte della Fed nel 2022".
Per Simona Mocuta, chief economist, State Street Global Advisors, "per la Fed è arrivato il momento di iniziare a rimuovere la politica monetaria accomodante. Iniziare il tapering è il primo passo del lungo viaggio verso il rialzo dei tassi nel 2022".
Il tapering, spiega l'economista, dovrebbe piuttosto essere visto "come uno sforzo per lasciarsi alle spalle le impostazioni di politica monetaria tipiche delle situazioni di crisi dato che ci stiamo avviando verso la normalizzazione. Anche con il tapering e i rialzi dei tassi all'orizzonte, il quadro di politica macroeconomica si conferma un fattore di grande supporto".