Sul banco degli imputati per gli storni si alternano i dazi di Trump, il datagate di Facebook (NASDAQ:FB) e i timori su Tesla, ma il vero gioco è un altro: chi ha azioni da vendere vince.
Chi segue FinanciaLounge conosce bene il nuovo gioco che si sta giocando da un mese a questa parte a Wall Street, con ripercussioni su tutte le altre piazze azionarie, e che si chiama ‘sell the rally’.
UN GIOCO DESTINATO A DURARE
Ne parliamo dal “Caffè Scorretto” dello scorso 5 marzo. È un gioco semplice, dove le carte le ha in mano chi ha accumulato azioni da tre anni a questa parte, non credendo alle cassandre che prevedevano dal 2015 in poi un tracollo imminente di un mercato giudicato sopravvalutato, e ora può approfittare delle risalite per alleggerire e portare a casa il profit. Chi invece nello stesso periodo è rimasto a guardare aspettando l’attesa correzione fa il gioco opposto, vale a dire compra sugli storni sperando in una ripartenza. Ma i rally durano poco, perché dallo scossone di fine gennaio-inizio febbraio il mercato è entrato in una fase laterale, che probabilmente durerà a lungo.
DOVE SI ANNIDANO I RISCHI
La scusa per vendere si trova sempre, una volta sono i dazi di Trump, un’altra il Russiagate, un’altra il datagate di Facebook, un’altra ancora i timori sulla sostenibilità delle valutazioni raggiunte da Tesla. Ma sono appunto scuse, che con le vere ragioni c’entrano poco. I rischi veri casomai si annidano nelle tensioni su Libor sul dollaro, che da gennaio continua a salire. Il Libor è il termometro del clima di fiducia sul mercato interbancario, e al Libor sono agganciati i derivati per migliaia di miliardi di dollari che girano per il mondo. Il movimento potrebbe segnalare problemi di liquidità da qualche parte tra Europa e Asia, ma per ora siamo molto lontani dai livelli raggiunti in coincidenza della crisi del 2008. E quindi resta la realtà di un mercato laterale, che si muove soprattutto guidato da fattori tecnici, come supporti, resistenze, etc. Fattori tecnici che come abbiamo visto riservano qualche sorpresa. Ad esempio che Milano è messa meglio di Francoforte se si guarda alla media mobile a 200 giorni dell’FTSE Mib comparata a quella del tedesco DAX.
APPROFONDIMENTO
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TEMPO DI MIETITURA
Per quanto andrà avanti? Un bel po’ di tempo, forse per buona parte dell’anno in corso. Le variabili da tenere d’occhio sono due, i dati che arrivano dal fronte delle economie reali e quelli delle trimestrali, che a Wall Street cominciano a uscire tra poco. Alcuni indicatori anticipatori segnalano che la ripresa globale in corso potrebbe aver toccato un picco a inizio anno, anche se resta robusta. Gli utili societari invece devono mostrare che i prezzi raggiunti dalle azioni sono sostenibili e coerenti con i risultati attesi in futuro. Ci vuole appunto tempo. Per chi ha accumulato titoli negli ultimi anni non è un problema, è un tempo di mietitura. Avanti con il ‘sell the rally’.