Investing.com - I future azionari statunitensi sono scambiati in ribasso questo venerdì, con il sentiment colpito dalle deludenti indicazioni del produttore di chip Intel, mentre gli investitori attendono la pubblicazione dei dati chiave sull’inflazione.
Al momento della scrittura, il contratto dei future Dow scende di 65 punti, o dello 0,2%, i future S&P 500 sono in ribasso di 9 punti, pari allo 0,2%, e i future Nasdaq 100 vanno giù di 105 punti, o dello 0,6%.
I principali indici statunitensi hanno registrato guadagni ieri e sono sulla buona strada per un’altra settimana vincente. L’S&P 500 ha guadagnato lo 0,5%, chiudendo a un nuovo massimo storico, il Dow Jones Industrial Average ha segnato +0,6%, mentre il Nasdaq Composite, legato al settore tecnologico, è salito dello 0,2%, appesantito dalle pesanti perdite di Tesla (NASDAQ:TSLA).
Pesa la debolezza della stima di Intel
Il sentimento positivo di ieri è stato in gran parte generato dai forti dati sulla crescita dell’economia statunitense del quarto trimestre, che hanno rafforzato le speranze che l’economia più grande del mondo sia destinata a un atterraggio morbido.
Tuttavia, le deludenti previsioni sui ricavi del primo trimestre di Intel (NASDAQ:INTC) dopo la chiusura del mercato ieri hanno fatto svanire l’ottimismo.
L’azienda produttrice di semiconduttori ha dichiarato di aspettarsi un fatturato per il trimestre in corso compreso tra i 12,2 e i 13,2 miliardi di dollari, una forbice ben al di sotto delle previsioni di Wall Street di 14,5 miliardi di dollari, secondo i dati LSEG citati da Reuters.
Le azioni subiscono un crollo di oltre il 10% nei premarket, con una riduzione del valore di mercato di circa 20 miliardi di dollari questo venerdì, allo stato attuale delle cose. Intel è stata una delle aziende con le migliori performance nell’ultimo anno, con un rialzo del 75% del titolo nel periodo.
La stagione degli utili continua questo venerdì, con i risultati del gruppo di prodotti di consumo Colgate-Palmolive (NYSE:CL), dell’azienda di trasporti Norfolk Southern (NYSE:NSC) e di American Express (NYSE:AXP).
Il rivale di Amex, Visa (NYSE:V), ha offerto una tiepida stima sulle vendite del secondo trimestre: il più grande processore di pagamenti al mondo ha previsto un aumento dei ricavi netti “a una cifra medio-alta” nel periodo in corso, il che implica un rallentamento rispetto all’aumento dell’11% registrato nel corrispondente periodo del 2023.
Arriva l’indicatore sull’inflazione preferito dalla Fed
I dati economici questo venerdì sono incentrati sull’indice dei prezzi PCE, l’indicatore sull’inflazione preferito dalla Federal Reserve.
Si stima che il mese scorso l’indice sia aumentato del 2,6% rispetto al periodo precedente, eguagliando il ritmo di novembre. Anche il valore annuale della cosiddetta lettura “core”, che esclude le voci volatili come cibo ed energia, è visto in aumento del 3,0% rispetto al 3,2% di novembre.
Insieme ai solidi dati sul prodotto interno lordo di ieri, i dati potrebbero influenzare l’approccio della Fed a un potenziale abbassamento dei tassi di interesse dai massimi di oltre due decenni.
Greggio verso un rialzo settimanale
I prezzi del petrolio scendono questo venerdì, cedendo parte dei forti guadagni della seduta precedente, ma sono ancora destinati a registrare forti guadagni settimanali grazie alla sana crescita economica degli Stati Uniti e ai segnali di stimolo della Cina.
Al momento della scrittura, i future del greggio USA sono in ribasso dello 0,8% a 76,73 dollari al barile, mentre il contratto del Brent scende dello 0,5% a 82,03 dollari al barile, dopo essere salito ai livelli più alti da dicembre durante la seduta precedente.
Entrambi i riferimenti del greggio si avviano a segnare rialzi superiori al 4%, i maggiori guadagni settimanali da ottobre, dopo che ieri i dati hanno mostrato che l’economia statunitense si è espansa più rapidamente del previsto nel quarto trimestre, segnale della capacità di ripresa economica del più grande consumatore di greggio al mondo.
La Cina, il secondo consumatore mondiale di petrolio, ha annunciato all’inizio della settimana un profondo taglio alle riserve bancarie per stimolare la crescita economica, mentre continuano le interruzioni delle forniture di petrolio nel Mar Rosso.
Intanto, i future dell’oro salgono dello 0,3% a 2.022,90 dollari l’oncia, mentre il cambio EUR/USD registra un rialzo dello 0,2% a 1,0867.
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