Di Scott Kanowsky
Investing.com - L’apertura dei listini statunitensi è attesa in rosso questo lunedì, in scia alle perdite di venerdì e a quelle globali, con gli investitori che valutano la possibilità di ulteriore aggressività da parte della banca centrale che potrebbe causare un diffuso rallentamento economico.
Alle 13:01 CEST, il contratto dei future Dow scende di 61 punti, dello 0,21%, i future S&P 500 vanno giù di 12 punti, o dello 0,33% ed i future Nasdaq 100 sono in calo di 55 punti, o dello 0,46%.
I principali indici a Wall Street hanno chiuso la scorsa settimana in forte calo, con il blue-chip Dow Jones Industrial Average che ha perso 630 punti, o il 2,11%, l’S&P 500 che ha segnato -2,80% ed il Nasdaq Composite -3,80%.
Sul sentiment ha pesato il report di venerdì più forte del previsto sul mercato del lavoro USA, che ha alimentato le aspettative che la Federal Reserve continuerà con gli aumenti dei tassi per combattere l’inflazione, potenzialmente a spese dell’attività economica e delle entrate delle aziende.
I timori si sono trascinati nelle contrattazioni di questo lunedì in Europa, con l’indice Stoxx 600 al minimo di sei mesi.
Giù anche le azioni asiatiche, nonostante i volumi di trading invariati per festa in Giappone e Corea del Sud.
Il blue-chip Shanghai Shenzhen CSI 300 è sceso del 2,21%, mentre lo Shanghai Composite dell’1,66%. I produttori di chip, come Anji Microelectronics Tech Co Ltd (SS:688019) e Chengdu Xuguang Electronics Co Ltd (SS:600353), crollano di ben il 20% dopo che la Casa Bianca ha annunciato controlli alle esportazioni, tagliando fuori le compagnie cinesi da alcuni semiconduttori realizzati con attrezzature statunitensi.
La decisione minaccia di peggiorare i rapporti commerciali tra le due potenze economiche e potrebbero esserci ripercussioni economiche nel caso di una risposta dalla Cina.
Sulla Cina pesano i dati del weekend da cui è emerso che il settore dei servizi si è contratto a settembre, a causa delle restrizioni per il COVID. L’aumento dei casi di contagio fa temere che arrivino ulteriori lockdown.
I prezzi del petrolio scendono dopo queste notizie, ma restano supportati dal taglio della produzione OPEC+ della scorsa settimana, nella prospettiva di ulteriori interruzioni delle forniture energetiche russe.
I future del Brent scambiati a Londra segnano -0,88% a 97,06 dollari al barile, mentre i future WTI scendono dello 0,67% a 92,02 dollari al barile. Entrambi i contratti sono schizzati di oltre il 10% la scorsa settimana al massimo di un mese, dopo il più grande taglio della produzione OPEC+ dallo scoppio della pandemia di COVID-19.
Intanto, i future dell’oro scendono dell’1,32% a 1.686,70 dollari l’oncia, mentre il cambio EUR/USD si attesta a 0,9802.