TOKYO (Reuters) - Cresce la spesa delle famiglie e migliora il mercato del lavoro in Giappone a giugno, ma l'inflazione continua a dare scarsi segnali di un possibile avvicinamento al target ufficiale del 2%.
È quanto emerge dai numerosi dati usciti questa mattina dal Giappone.
"Il punto centrale è se l'inflazione è destinata a rimanere ben sotto le stime già modeste della banca centrale anche dopo che queste sono state abbassate nell'ultimo outlook" commenta l'economista di Capital Economics Marcel Thieliant. "Una stretta monetaria rimane molto lontana".
La spesa delle famiglie a giugno ha segnato un incremento del 2,3% tendenziale, il più forte da due anni e ampiamente superiore alle attese (+0,6%). Nello stesso mese la crescita delle vendite al dettaglio è accelerata a +2,1% da +2,0% di maggio, anche se le attese erano per un dato leggermente più forte, +2,3%.
Passando al mercato del lavoro, il tasso di disoccupazione è sceso oltre le attese al 2,8% dal 3,1% di maggio, peraltro con una disponibilità di posti mai così alta da 43 anni.
Tuttavia l'inflazione 'core' si è confermata in giugno allo 0,4% tendenziale del mese precedente, in linea con le attese; quella dell'area di Tokyo, relativa al mese di luglio, si è rafforzata, ma appena ad uno 0,2% rispetto al dato piatto di giugno.
Se da una parte è confermato un certo ottimismo economico, dall'altra viene ancora smentita l'argomentazione della Banca del Giappone secondo cui un mercato del lavoro 'tirato' debba rapidamente riflettersi su salari e prezzi. Ma come nota la stessa BoJ, il ritardo dell'inflazione dipende soprattutto da fattori quali i bassi prezzi delle commodity e la bassa spesa per consumi: elemento quest'ultimo che, suggeriscono i dati odierni, potrebbe favorire un cambio di trend.