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Cdp, governo indica Scannapieco nuovo Ad, sostituirà Palermo

Pubblicato 27.05.2021, 07:53
Aggiornato 27.05.2021, 16:27

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ROMA (Reuters) -Dario Scannapieco è stato scelto dal governo come nuovo amministratore delegato di Cassa depositi e prestiti al posto di Fabrizio Palermo.

La nomina, anticipata da alcune fonti, è stata presentata dal Mef, azionista di controllo di Cdp.

La scelta di Scannapieco potrebbe indicare un cambio di direzione per la strategia industriale dell'esecutivo guidato da Mario Draghi, con un minore intervento diretto nel mondo imprenditoriale italiano, secondo gli analisti.

Scannapieco, economista di 53 anni, attualmente vicepresidente della Banca Europea per gli Investimenti (Bei), era stato assunto da Draghi, all'epoca direttore generale del Tesoro, nel 1997, all'interno di un gruppo che divenne noto come i "Draghi Boys".

Ha iniziato il suo incarico come vicepresidente Bei nel 2007, poi confermato per altri due mandati nel 2013 e nel 2019.

Scannapieco era in corsa già nel 2018 per la guida di Cdp, sconfitto però da Palermo, sostenuto al tempo dal Movimento 5 stelle che governava con la Lega.

Sotto la guida di Palermo, Cdp si è impegnata in una battaglia per prendere il controllo di Autostrade per l'Italia, un progetto caro al Movimento 5 Stelle.

Cdp inoltre ha partecipato al tentativo di Roma di creare un singolo operatore nazionale per la banda larga con l'unione degli asset di Telecom Italia (MI:TLIT) e di Open Fiber.

Al Tesoro Scannapieco, visto come un tecnocrate pragmatico dello stesso stampo di Draghi, ha cercato soluzioni innovative per sistemare le finanze pubbliche italiane, usando le cartolarizzazioni per tagliare il deficit cronico degli enti pensionistici e del welfare.

"L'esperienza di Scannapieco alla Banca europea degli investimenti significa che è adatto al lavoro in Cdp", secondo Massimo D'Antoni, professore di economia all'Università di Siena.

"Draghi sta mettendo in maniera costante persone di cui si fida in posizioni strategiche, marginalizzando il ruolo dei partiti della sua maggioranza. Per il momento, sta prendendo il controllo della macchina di governo, invece di portare avanti delle proposte specifiche".

Draghi non ha dato indicazione di volersi ritirare dal progetto sulle autostrade, che ormai sembra prossimo alla finalizzazione, ma alcuni dei suoi ministri hanno espresso dubbi riguardo il piano per la banda larga, che secondo loro potrebbe aprire problemi di antitrust.

"Se avessero voluto proseguire con l'idea di una banda larga nazionale, avrebbero lasciato Palermo al suo posto. Era già chiaro che con Draghi il progetto sarebbe morto. Questa nomina lo ha confermato", ha detto un manager di un gruppo delle comunicazioni che ha chiesto di non essere nominato.

La nomina di Scannapieco si inserisce nel più ampio rimpasto di posizioni chiave nelle aziende statali del governo guidato da Draghi mentre il paese si prepara a spendere 220 miliardi di euro di fondi europei.

Ieri è arrivata la nomina di Luigi Ferraris (ex AD di Terna (MI:TRN) ) come nuovo amministratore delegato di Ferrovie dello Stato al posto di Gianfranco Battisti. Alla presidenza Nicoletta Giadrossi, in sostituzione di Gianluigi Vittorio Castelli.

Il Tesoro ha anche appoggiato la nomina di Giovanni Gorno Tempini come presidente di Cdp, indicato dalle fondazioni.

Cdp, che detiene partecipazioni in Telecom Italia (Tim) e in Open Fiber, è destinata a svolgere un ruolo decisivo nel rafforzamento delle infrastrutture digitali del paese, dato che l'Italia prevede di spendere più di 8 miliardi di euro di fondi Ue per banda larga, 5G e tecnologie satellitari.

L'istituzione finanziaria italiana con 170 anni di storia, che ha lo stato alle spalle e detiene partecipazioni di controllo in aziende energetiche chiave, ha svolto sempre più negli ultimi anni un ruolo importante nel mantenere beni strategici in mani nazionali e mitigare i danni economici della pandemia del Covid-19.

Attraverso la rete di Poste Italiane (MI:PST) investe i risparmi degli italiani mentre il suo debito non è contabilizzato come parte del mastodontico debito pubblico italiano.

(Stefano Bernabei, Francesca Landini, in redazione a Roma Francesca Piscioneri)

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