ROMA (Reuters) - L'Italia ha migliorato la propria posizione nella classifica relativa alla lotta alla corruzione internazionale elaborata da un'associazione anti-corruzione sulla base della convenzione Ocse.
Secondo il rapporto 2018 di Transparency International, Roma applica attivamente la convenzione contro la corruzione internazionale voluta dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico contro le società che corrompono all'estero.
Insieme all'Italia, promosse anche Germania, Israele, Norvegia Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti, oltre a quattro paesi (Australia, Brasile, Portogallo, Svezia), che applicano la convenzione in modo moderato.
Altri 33 paesi monitorati dall'associazione, invece, non attuano affatto la convenzione.
"Gli sforzi normativi degli ultimi anni e la crescente efficacia di procedure e Guardia di Finanza nel perseguire i reati di corruzione hanno portato l'Italia nel gruppo dei migliori", ha detto il presidente di Transparency Italia, Virginio Carnevali.
"Questo non significa che le aziende italiane, o quelle dei Paesi nella stessa fascia di classifica, si comportino meglio delle altre, ma che il sistema repressivo si è dimostrato più efficace di altri".
Per l'Italia, Transparency ha preso in esame casi come quelli che coinvolgono o hanno coinvolto Eni (MI:ENI) in Nigeria, Saipem (MI:SPMI) in Alegria, Agusta Westland in India e Techint in Brasile.
Nel report sono contenute anche alcune raccomandazioni all'Italia, come quelle di estendere al settore privato le tutele per i cosiddetti whistlebower, cioè chi segnala casi di corruzione sul posto di lavoro.