Investing.com – I Condoni e le Sanatorie, si sa, da un punto di vista etico e morale, per molti sono inaccettabili.
Fare sconti a chi non ha fatto il suo dovere di contribuente è una scelta che ha subito nel passare degli anni e con l’acutizzarsi della sensibilità generale verso la “questione” fiscale, molte critiche.
Lo scontro di principi fra chi, vedendosi effettuare ritenute alla fonte è ovviamente soggetto in modo totale ad una impietosa, per non dire rapace, tassazione e chi, essendo autonomo ha invece la possibilità – ovviamente indebita – di sottrarvisi tramite l’elusione e l’evasione , è di quelli senza soluzione.
L’accusa di infedeltà fiscale, dei primi verso i secondi è incontestabile, così però come lo è l’accusa dei secondi verso la insopportabile esosità del fisco.
I condoni pertanto sono, almeno in apparenza, ritenuti generalmente sempre meno accettabili ed opportuni.
Nonostante ciò la cruda realtà è che dal 1973 ad oggi, tramite l’adesione dei contribuenti ai vari condoni, lo stato ha racimolato ben 123 miliardi di euro; tutt’altro che un cattivo affare, almeno in termini di recupero.
Secondo uno studio della CGIA di Mestre il condono più redditizio è stato quello del 2003 che, da solo, ha prodotto un gettito di 22.8 miliardi, seguito a ruota da quello del 1973 che ha garantito entrate per 21.9 miliardi di euro.
Lo “Scudo fiscale” introdotto dal governo Berlusconi nel 2009 ha prodotto un gettito di 5.6 miliardi ma, al tempo stesso, ha permesso un rientro in patria di circa 100 miliardi di euro di capitali.
Fare sconti a chi non ha fatto il suo dovere di contribuente è una scelta che ha subito nel passare degli anni e con l’acutizzarsi della sensibilità generale verso la “questione” fiscale, molte critiche.
Lo scontro di principi fra chi, vedendosi effettuare ritenute alla fonte è ovviamente soggetto in modo totale ad una impietosa, per non dire rapace, tassazione e chi, essendo autonomo ha invece la possibilità – ovviamente indebita – di sottrarvisi tramite l’elusione e l’evasione , è di quelli senza soluzione.
L’accusa di infedeltà fiscale, dei primi verso i secondi è incontestabile, così però come lo è l’accusa dei secondi verso la insopportabile esosità del fisco.
I condoni pertanto sono, almeno in apparenza, ritenuti generalmente sempre meno accettabili ed opportuni.
Nonostante ciò la cruda realtà è che dal 1973 ad oggi, tramite l’adesione dei contribuenti ai vari condoni, lo stato ha racimolato ben 123 miliardi di euro; tutt’altro che un cattivo affare, almeno in termini di recupero.
Secondo uno studio della CGIA di Mestre il condono più redditizio è stato quello del 2003 che, da solo, ha prodotto un gettito di 22.8 miliardi, seguito a ruota da quello del 1973 che ha garantito entrate per 21.9 miliardi di euro.
Lo “Scudo fiscale” introdotto dal governo Berlusconi nel 2009 ha prodotto un gettito di 5.6 miliardi ma, al tempo stesso, ha permesso un rientro in patria di circa 100 miliardi di euro di capitali.