MILANO (Reuters) - Il leader della Lega Matteo Salvini è contrario a imporre limiti agli stipendi dei manager pubblici, perché "le competenze vanno retribuite".
"La gara al ribasso nel nome di un finto egualitarismo non serve a nessuno, nel pubblico come nel privato. Che il sindaco di Milano, che fa politica ma è amministratore delegato della più grande azienda lombarda, prenda sei o settemila euro al mese è una follia. Che un amministratore pubblico con migliaia di dipendenti abbia un tetto è una follia. Mi porta via voti ma lo dico, non mi interessa", ha detto Salvini durante un incontro a Milano.
"Se uno è bravo nel pubblico e nel privato va pagato perché è bravo".
Nel maggio 2017 la Corte Costituzionale ha dato l'ok al tetto di 240.000 euro per i dirigenti pubblici (limite che non vale per le aziende quotate in borsa).
Il limite è stato introdotto dalla manovra Monti del 2011 e dalla legge di Stabilità 2014 del governo di Matteo Renzi.
"C'è più bisogno di competenze nel pubblico giustamente retribuite, adeguatamente retribuite e se si deve anche lautamente retribuite...Tutto uguale per tutti è la morte del merito", ha concluso il leader leghista.
(Giancarlo Navach)