PARIGI/WASHINGTON (Reuters) - L'Agenzia spaziale europea (Esa) sta discutendo con SpaceX la possibilità che l'impresa spaziale di Elon Musk entri a far parte di un programma internazionale volto a ridurre il crescente numero di detriti nello spazio.
Lo ha detto a Reuters il direttore generale Esa, Josef Aschbacher.
L'agenzia, composta da 22 nazioni, sta guidando uno dei numerosi sforzi per ridurre la massa di spazzatura spaziale che vortica intorno al pianeta e che rappresenta un rischio per i satelliti attivi.
Aschbacher ha detto che 110 Paesi o entità hanno aderito all'atto Zero Debris dell'Esa, che mira a fermare la generazione di nuovi rifiuti orbitali entro il 2030.
In risposta a una domanda sull'adesione di SpaceX, i cui satelliti costituiscono oggi circa due terzi dei veicoli spaziali attivi nell'orbita terrestre bassa, Aschbacher ha risposto: "Non ancora, ma stiamo discutendo con loro... Questo è un atto che si evolve continuamente e... continueremo a menzionarne i temi perché sono fondamentali".
Non è stato possibile avere per il momento un commento da parte di SpaceX.
Dei circa 10.300 satelliti attivi in orbita, circa 6.300 fanno parte della costellazione Starlink di SpaceX, in rapida crescita, in base ai dati della U.S. Space Force.
La Cina ha iniziato a lanciare costellazioni proprie per competere con Starlink, così come Amazon (NASDAQ:AMZN), che prevede di lanciare oltre 3.000 satelliti per la propria costellazione Kuiper in questo decennio.
Amazon ha aderito all'atto, ha detto Aschbacher.
Secondo Jonathan McDowell, un astronomo di Harvard che si occupa del monitoraggio di questi oggetti, attualmente sono in orbita 18.897 pezzi di spazzatura spaziale rintracciabili.
I detriti spaziali e la spazzatura sono spesso menzionati in modo intercambiabile, ma alcuni considerano la spazzatura spaziale come un carico utile inattivo e corpi di razzi, oltre che come detriti, o frammenti erranti di satelliti rotti.
Non esistono leggi internazionali sui detriti, ma negli ultimi anni i Paesi e le agenzie spaziali hanno iniziato a elaborare proposte e regole nazionali per affrontare il problema.
"Non siamo un ente normativo, ma un'agenzia spaziale tecnica", ha detto Aschbacher. "Ma il fatto che abbiamo messo sul tavolo l'atto, elaborato con tutti gli altri partner, e che questi l'abbiano sottoscritto è molto incoraggiante".
(Tradotto da Enrico Sciacovelli, editing Stefano Bernabei)