Ultime ore! Fino al 50% di sconto InvestingProAPPROFITTA DELLO SCONTO

ESCLUSIVA - Migranti, il piano italiano per dare a Libia controllo salvataggi

Pubblicato 15.12.2017, 16:06
© Reuters. Migranti a Tripoli, tratti in salvo in mare dalla Guardia Costiera libica

By Steve Scherer and Aidan Lewis

ROMA/TRIPOLI, 15 dicembre (Reuters) - L'Italia vuole che entro tre anni la guardia costiera libica si assuma la responsabilità di intercettare i migranti in un braccio di mare che comprende circa il 10% del Mediterraneo, nonostante gli equipaggi libici siano già in difficoltà a monitorare le loro coste e siano accusati di errori letali nella gestione dei flussi.

A sei anni dalla rivoluzione che ha portato alla caduta di Muammar Gaddafi, la Libia è divisa tra due governi rivali a est e a ovest mentre il controllo del territorio, inclusi porti e spiagge, è in gran parte nelle mani di gruppi armati.

Il traffico di esseri umani in questi anni è cresciuto, con oltre 600.000 persone che hanno sfidato il pericolo e attraversato il Mediterraneo su imbarcazioni più o meno di fortuna negli ultimi quattro anni. I migranti che transitano per la Libia sono sottoposti a condizioni di vita spaventose, dove stupri, tortura e lavori forzati spesso sono la norma.

Il piano italiano, delineato in una serie di slide che Reuters ha potuto vedere, mostra che l'Italia e l'Unione europea si stanno focalizzando sulla ricostruzione della Marina e della Guardia costiera libica per bloccare le imbarcazioni dei migranti, ma le ong sono critiche su questa possibilità. Le forze libiche, dicono, sono mal addestrate e quindi non in grado di gestire in sicurezza i salvataggi: il mese scorso durante un'operazione una cinquantina di migranti sono morti.

Secondo le 30 slide, l'Italia prevede di spendere circa 44 milioni di euro per espandere la capacità libica entro il 2020, equipaggiando la guardia costiera e consentendole di creare un proprio un centro di coordinamento dei salvataggi e una vasta zona marittima di search-and-rescue.

Il piano è stato presentato a porte chiuse ad una conferenza organizzata dalla missione Ue contro il traffico di esseri umani, il mese scorso a Roma, cui hanno partecipato rappresentanti dell'Unione europea, gruppi non governativi e guardia costiera, ha detto una fonte che ha preso parte all'incontro.

Le motovedette libiche si sono già spinte in acque internazionali, sparando spesso per avvertimento e intimorendo le imbarcazioni delle ong. Questa estate tre diverse charity hanno deciso di abbandonare le operazioni in gran parte per via dell'incremento della presenza libica in mare.

Gli sbarchi in Italia sono diminuiti di due terzi a luglio scorso rispetto al luglio di un anno prima, dopo che funzionari del governo di Tripoli sostenuto dall'Ue - partner dell'Italia - hanno convinto i trafficanti a bloccare le partenze delle navi da Sabratha, sulla costa libica, e li hanno poi allontanati dalla città nel corso di disordini.

La guardia costiera libica ha aumentato anche il numero delle intercettazioni - intorno alle 20.000 imbarcazioni intercettate quest'anno - anche se le navi effettivamente bloccate restano solo una parte.

L'Italia ha fornito alla Libia quattro motovedette finora e ne ha promesse altre sei, mentre la Ue ha addestrato circa 220 uomini.

"SALVATAGGI NON PROFESSIONALI"

La guardia costiera italiana non ha risposto a una richiesta di commento, e così anche la presidenza del Consiglio, che ha riferito la questione al Viminale.

"Ogni nazione ha il diritto di dichiarare la sua zona di search-and-rescue e di condurre le relative operazioni", ha detto il portavoce del ministero della Difesa, citando la legge internazionale.

Ma i gruppi per la difesa dei diritti umani e le ong ritengono che collaborare con la Libia e con la sua guardia costiera "non professionale" metterà a rischio i migranti nel corso dei salvataggi o peggio li esporrà ad ulteriori abusi una volta rispediti nei campi di lavoro in Libia.

"Dalle testimonianze rese dai migranti sappiamo che le persone che vengono intercettate in mare purtroppo rientrano nella spirale di violenza e abusi dalla quale stanno tentando di scappare", afferma Nicola Stalla, responsabile di SOS Mediterranée, una delle charity che ancora lavora nella zona.

Gli attivisti puntano il dito per esempio su incidenti come quello del 6 novembre scorso, durante il quale tre volontari tedeschi sulla nave Sea Watch 3 hanno visto una nave libica avvicinarsi e strattonare un gommone carico di persone, molte delle quali sono finite in acqua senza ricevere alcun soccorso.

Quelli che sono riusciti a salire sull'imbarcazione libica, sono stati legati con corde, a quanto si può vedere da un video girato da Sea Watch mentre uno dei volontari, Gennaro Giudetti, ripescava dal mare il corpo senza vita di un bimbo di due anni e mezzo.

"Ci guardavano e giravano un video. Hanno persino tirato patate verso di noi. Non è il modo di salvare vite, questo", racconta Giudetti.

MOTOSCAFI ROTTI

La guardia costiera libica ha accusato Sea Watch di aver ostacolato il salvataggio e cercato di allontanare i migranti che già erano saliti sulla motovedetta. Alcuni di loro sono saltati di nuovo in mare per cercare di raggiungere la barca di

Sea Watch.

I libici si sono giustificati dicendo che i loro motoscafi - usando i quali i salvataggi sono piu agevoli - erano rotti.

"Abbiamo solo due o tre barche e sono rotte, come avremo dovuto fare?", ha detto a Reuters Ayoub Qassem, portavoce della guardia costiera.

L'aumento delle aree di mare controllate dai libici ha generato confusione e competizione su chi debba effettivamente guidare le operazioni di salvataggio. La zona di search-and-rescue in mano alla Libia è al momento di 90 miglia dalla costa e in alcune parti raggiunge le 200 miglia, ha aggiunto Qassem.

L'estate scorsa le autorità libiche avevano notificato all'IMO (International Maritime Organization) la volontà di aumentare la propria zona di search and rescue, ma la richiesta è stata ritirata un mese fa dicendo che a breve ne sarebbe stata avanzata una nuova, ha detto un portavoce dell'IMO.

Sarebbe la prima volta che la Libia fissa con precisione la propria area di competenza per i salvataggi.

Il nuovo piano italiano propone di aiutare la Libia a delimitare formalmente questa zona, fornendo anche training, manutenzione dei mezzi, nuove auto, ambulanze, bus e persino vestiti. La possibilità che i libici abbiano in mano definitivamente i salvataggi in quest'ampia parte di mare è vista per la fine del 2020.

© Reuters. Migranti a Tripoli, tratti in salvo in mare dalla Guardia Costiera libica

-- Ha collaboato da Tripoli Ahmed Elumami

Ultimi commenti

Installa le nostre app
Avviso esplicito sui rischi: Il trading degli strumenti finanziari e/o di criptovalute comporta alti rischi, compreso quello di perdere in parte, o totalmente, l’importo dell’investimento, e potrebbe non essere adatto a tutti gli investitori. I prezzi delle criptovalute sono estremamente volatili e potrebbero essere influenzati da fattori esterni come eventi finanziari, normativi o politici. Il trading con margine aumenta i rischi finanziari.
Prima di decidere di fare trading con strumenti finanziari o criptovalute, è bene essere informati su rischi e costi associati al trading sui mercati finanziari, considerare attentamente i propri obiettivi di investimento, il livello di esperienza e la propensione al rischio e chiedere consigli agli esperti se necessario.
Fusion Media vi ricorda che i dati contenuti su questo sito web non sono necessariamente in tempo reale né accurati. I dati e i prezzi presenti sul sito web non sono necessariamente forniti da un mercato o da una piazza, ma possono essere forniti dai market maker; di conseguenza, i prezzi potrebbero non essere accurati ed essere differenti rispetto al prezzo reale su un dato mercato, il che significa che i prezzi sono indicativi e non adatti a scopi di trading. Fusion Media e qualunque fornitore dei dati contenuti su questo sito web non si assumono la responsabilità di eventuali perdite o danni dovuti al vostro trading né al fare affidamento sulle informazioni contenute all’interno del sito.
È vietato usare, conservare, riprodurre, mostrare, modificare, trasmettere o distribuire i dati contenuti su questo sito web senza l’esplicito consenso scritto emesso da Fusion Media e/o dal fornitore di dati. I diritti di proprietà intellettuale sono riservati da parte dei fornitori e/o dalle piazze che forniscono i dati contenuti su questo sito web.
Fusion Media può ricevere compensi da pubblicitari che compaiono sul sito web, in base alla vostra interazione con gli annunci pubblicitari o con i pubblicitari stessi.
La versione inglese di questa convenzione è da considerarsi quella ufficiale e preponderante nel caso di eventuali discrepanze rispetto a quella redatta in italiano.
© 2007-2024 - Fusion Media Limited. tutti i Diritti Riservati.