MILANO (Reuters) - La procura di Milano ha chiuso le indagini nei confronti di quattro persone, accusate a vario titolo di corruzione e turbativa d'asta, nell'ambito di un filone d'indagine sugli appalti per Expo relativo al progetto per le vie d'acqua Sud.
E' quanto afferma la procura del capoluogo lombardo in una nota in cui aggiunge che oltre ai quattro - tra cui Livio Acerbo, figlio dell'ex-subcommissario di Expo, Antonio Acerbo, e l'imprenditore Enrico Maltauro - il provvedimento è stato notificato anche a sei società, tra cui la stessa Expo spa, per la legge 231 sulla responsabilità aziendale.
L'avvocato di Livio Acerbo, Marco Danilo Cecconi, ha detto che prende atto delle contestazioni rivolte al suo assistito "non senza segnalare che allo stato, il suo coinvolgimento sembrerebbe dimostrato da una sua partecipazione inattiva, durante alcuni incontri, tutti da dimostrare, ad accordi cui, se del caso, è stato del tutto estraneo". Expo spa non ha commentato mentre non è stato al momento possibile avere un commento da Maltauro.
L'atto di chiusura indagini è normalmente prodromico alla richiesta di rinvio a giudizio da parte della magistratura, salvo che non intervengano fatti nuovi tali da spingere i magistrati a chiedere l'archiviazione.
Nell'ambito dell'inchiesta principale sugli appalti in Expo, Maltauro e Antonio Acerbo avevano patteggiato, rispettivamente a due anni e sei mesi e al risarcimento di 50.000 euro a Expo, e a tre anni di reclusione e al pagamento di 100.000 euro di risarcimento alla società.
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