di Emilio Parodi
GENOVA/MILANO (Reuters) - Il Tribunale di Genova ha accolto il ricorso presentato dalla procura di Genova sulla scorta della sentenza della Cassazione che dava il via libera ai pm liguri per ulteriori sequestri nei confronti della Lega fino al raggiungimento dei 48,9 milioni di euro ritenuti il frutto della presunta truffa sui rimborsi elettorali risalente alla gestione Bossi-Belsito tra il 2008 e il 2010.
Lo hanno riferito due fonti giudiziarie, precisando che la decisione è immediatamente esecutiva. L'ordinanza del Riesame è stata depositata oggi, aggiungono le fonti, dopo che nell'udienza di ieri, ascoltate le parti, i giudici si erano riservati la decisione.
Nell'ordinanza, riferisce una delle due fonti, i giudici hanno stabilito, sulla scorta del principio fissato dalla Cassazione, che non ci debbano essere limiti temporali ai nuovi sequestri fino al raggiungimento dei quasi 49 milioni, definiti frutto del reato. Il Riesame, continua la fonte, ha inoltre precisato che competente ad eseguire i sequestri è la procura genovese, e non il Tribunale.
Ora i pm, spiegano le fonti, dovranno dar vita a un vertice con la Guardia di Finanza, per stabilire da quali rapporti bancari e da quali società riferibili alla Lega iniziare i sequestri.
SALVINI: CI TOLGANO TUTTO, ITALIANI CON NOI
"E' una vicenda del passato, spero che la procura di Genova impegni il suo tempo sul disastro [del ponte Morandi] - ha commentato il vicepremier leghista, e ministro dell'Interno, Matteo Salvini, parlando al Viminale.
"Gli avvocati faranno le loro scelte - ha proseguito - Non mi turba minimamente il processo, riguarda fatti di otto, nove e 10 anni fa".
"I processi alla storia non mi affascinano, se vogliono toglierci tutto ci tolgano tutto: noi facciamo politica tranquillamente, abbiamo italiani con noi", ha concluso.
Nel pomeriggio è intervenuto anche il vicepremier e ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio (M5s): "I fatti di cui viene accusata la Lega risalgono ai tempi di Bossi - ha detto al Mise - Sappiamo benissimo che c'è una sentenza, le sentenze si rispettano e si va avanti". E, su eventuali ripercussioni sui rapporti di governo: "No, da parte nostra no".
E il premier Giuseppe Conte, in visita a Ischia, ha detto di limitarsi "a prenderne atto".
"Sicuramente per un partito politico diventa difficile svolgere l'attività politica nel momento in cui non c'è la possibilità di avere le risorse finanziarie, bisogna prendere atto di una difficoltà seria con cui la Lega dovrà cimentarsi di fronte a un provvedimento del genere".
Lo scorso 31 agosto il sottosegretario leghista alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti aveva detto che l'eventuale sequestro dei futuri proventi della Lega decreterebbe la fine del partito.
ATTESE BATTAGLIE LEGALI PER OGNI DECRETO SEQUESTRO
Per ogni provvedimento di sequestro è possibile presentare una opposizione al Tribunale del Riesame. Quindi è ritenuto molto probabile che per ognuno degli imminenti decreti di sequestro ci sarà un procedimento di opposizione da parte della Lega.
La Cassazione il 3 luglio scorso, nelle sue motivazioni, aveva fissato i principi entro i quali è stato chiamato a pronunciarsi il Riesame.
Il denaro più immediatamente individuabile sarebbe quello dei rimborsi elettorali al partito, ma la procura dovrà vedere su quali rapporti confluiscono e a quali nomi. Ma soprattutto la procura sarà chiamata a dover dimostrare, di fronte alle scontate opposizioni ai futuri provvedimenti, la "continuità economica e patrimoniale" fra la vecchia Lega Nord e la nuova Lega.
A dare la stura all'iter dei sequestri era stata la sentenza di primo grado del Tribunale di Genova che il 24 luglio 2017 aveva condannato il leader leghista Umberto Bossi e l'ex tesoriere del partito Francesco Belsito rispettivamente a due anni e sei mesi e a quattro anni e 10 mesi per truffa ai danni dello Stato. Secondo i giudici, Bossi e Belsito incassarono i rimborsi senza averne diritto, grazie a certificazioni false. Tuttavia la Guardia di Finanza era riuscita a sequestrare sui conti riferibili al Carroccio appena 3,1 milioni. Da qui la richiesta dei pm di Genova, accolta dalla Cassazione.
PROCESSO APPELLO VERSO CONCLUSIONE
Il processo di secondo grado è attualmente in corso, nelle sue fasi conclusive, davanti alla Corte di Appello di Genova. Nella prima parte della sua requisitoria, il 17 luglio scorso, il sostituto procuratore generale Enrico Zucca, aveva chiesto la conferma della confisca dei quasi 49 milioni, anche per i reati nel frattempo prescritti, e la condanna di Umberto Bossi a un anno e 10 mesi (alcuni degli episodi attribuitigli sono infatti caduti in prescrizione rispetto alla sentenza di primo grado).
Per Belsito il Pg Zucca aveva deciso invece di rinviare la sua richiesta in attesa di capire se la Lega presenterà querela per appropriazione indebita, reato che da maggio 2018 non è più perseguibile senza querela della vittima.
La prossima udienza è fissata per il 18 settembre, quando si dovrebbe concludere la requisitoria dell'accusa e dovrebbero iniziare le arringhe delle difese.
-- hanno collaborato da Roma Angelo Amante e Massimiliano Di Giorgio