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Gaza, Israele prosegue attacchi. Onu: nessuna sicurezza per civili

Pubblicato 22.07.2014, 13:30
Gaza, Israele prosegue attacchi. Onu: nessuna sicurezza per civili

GAZA/GERUSALEMME/GINEVRA (Reuters) - Le forze israeliane continuano a colpire bersagli lungo la striscia di Gaza nonostante le pressioni internazionali per mettere fine a 15 giorni di conflitto, mentre l'Onu denuncia che nel territorio non esiste alcun luogo sicuro per i civili.

Colonne di fumo nero continuano ad alzarsi nel cielo sopra Gaza, mentre Hamas e i suoi alleati non smettono di sparare razzi attraverso il confine nella zona centrale e meridionale di Israele, spiega l'esercito.

"Non c'è letteralmente un posto sicuro per i civili", ha detto a un briefing per la stampa a Ginevra Jens Laerke, portavoce dell'Ufficio per l'assistenza umanitaria delle Nazioni Unite (Ocha).

Nella Striscia, abitata secondo le stime da 4.500 persone per chilometro quadrato, le vittime sono finora oltre 500, ha spiegato Laerke, aggiungendo che la priorità per le agenzie umanitarie è quella di proteggere i civili ed evacuare e curare i feriti.

Tra le vittime palestinesi 121 sono bambini e ragazzi sotto i 18 anni, pari a circa un terzo dei civili morti, dice Juliette Touma dell'Unicef. Secondo l'organizzazione, inoltre, i bambini palestinesi feriti superano i 900.

Oltre 1,2 milioni di persone nella Striscia non hanno accesso all'acqua o hanno un accesso limitato, ha detto Laerke.

Il Programma alimentare mondiale dell'Onu, che ha assistito finora oltre 90.000 persone nel conflitto, dice che cominciano a scarseggiare le razioni di emergenza e l'Oms segnala che sono rimaste danneggiate 18 strutture sanitarie a Gaza compresi tre ospedali.

Le vittime tra gli israeliani sono intanto salite a 29, 27 dei quali soldati.

INCONTRO KERRY-SHUKRI

Mentre il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon è atteso in Israele in giornata, in Egitto il segretario di Stato Usa John Kerry, inviato dal presidente Barack Obama per mediare un cessate il fuoco, oggi ha incontrato il ministro degli Esteri israeliano Sameh Shukri.

L'Egitto è stato la chiave per mettere fine agli scontri a Gaza nel 2012, ma la nuova leadership del Paese, apertamente ostile ad Hamas, complica potenzialmente i negoziati.

Intanto la leadership palestinese ha proposto all'Egitto un piano per il cessate il fuoco cui devono seguire cinque giorni di negoziazioni per porre fine ai combattimenti, come riferito ai cronisti al Cairo dal funzionario palestinese Azzam al-Ahmed.

Israele ha chiarito di non avere fretta di arrivare a una tregua prima di raggiungere il suo obiettivo di minare le infrastrutture dei militanti di Hamas, compresi gli arsenali di razzi e la rete di gallerie che minacciano gli israeliani che vivono al confine.

© Reuters. A Palestinian woman walks past the rubble of a residential building, which police said was destroyed in an Israeli air strike, in Gaza City

Prima della dichiarazione del funzionario palestinese, anche Hamas aveva detto che non avrebbe cessato le ostilità fino a che le sue richieste non fossero state soddisfatte, compresa la fine dell'embargo da parte di Israele ed Egitto contro la popolazione di Gaza e il rilascio da parte dello Stato ebraico di diverse centinaia di palestinesi, arrestati il mese scorso durante la ricerca di tre ragazzi ebrei trovati poi morti.

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