ROMA (Reuters) - La trattativa sindacale per Ilva è ripartita oggi pomeriggio, quando mancano pochi giorni alla scadenza dell'incarico dei commissari di governo e mentre il gruppo siderurgico si avvia finire entro il mese i soldi che ha ancora in cassa.
Dalle 14.30 sindacati e ArcelorMittal, che l'anno scorso si è aggiudicata la gara per Ilva, sono riuniti al ministero dello Sviluppo Economico per trovare un'intesa, insieme al governo e ai commissari, il cui incarico scade il 15 settembre.
Per quella stessa data, è previsto l'ingresso di ArcelorMittal negli impianti Ilva, in un primo tempo con un contratto di affitto.
Secondo una fonte sindacale, il possibile punto di accordo starebbe nell'assunzione immediata da parte della multinazionale franco-indiana di 10.500-10.700 lavoratori sugli attuali 13.500 circa.
Altri 2.500 lavoratori, secondo quanto prevedeva il precedente accordo di programma negoziato con il governo di centrosinistra, resterebbero nella "vecchia" Ilva, almeno fino al 2023, per procedere alle bonifiche ambientali a Taranto.
Il ministero, ha detto la fonte, avrebbe confermato poi lo stanziamento di 250 milioni di euro di per i lavoratori che accetteranno un incentivo per le dimissioni, che potrebbero essere alcune centinaia.
A sbloccare definitivamente la trattativa, ferma ormai da luglio, è stato un annuncio odierno del ministro Luigi Di Maio secondo cui se ci saranno miglioramenti sugli investimenti ambientali e sull'occupazione, la gara per Ilva non verrà annullata.
Ma era stato lo stesso Di Maio, che è anche vice premier e ministro del Lavoro, nonché leader del M5s, a congelare di fatto i negoziati quando a luglio aveva prima annunciato "approfondimenti" sul dossier Ilva, poi aveva chiesto un parere sulla gara vinta da ArcelorMittal all'autorità anti-corruzione (Anac) e all'avvocatura di Stato, evocando possibili irregolarità e minacciando l'annullamento della gara.
Una circostanza che oggi i sindacati hanno sottolineato durante l'incontro con il ministro.
Ora il negoziato è ripartito, e si concentrerà soprattutto sull'occupazione, dopo che a fine luglio ArcelorMittal ha accettato di accelerare e migliorare alcuni interventi di bonifica ambientale negli impianti di Taranto.
Ma il possibile accordo non piace a un gruppo di cittadini e associazioni tarantine, che contestano in particolare al M5s di non aver tenuto fede al patto di governo là dove prevedeva la chiusura delle fonti inquinanti nella città pugliese. Per questo, domani, hanno proclamato una manifestazione di 24 ore a Taranto.
(Massimiliano Di Giorgio)