ROMA (Reuters) - Nel giorno del debutto in aula a Montecitorio della riforma elettorale, il premier Matteo Renzi fa un altro passo per convincere i recalcitranti del suo partito a votarla e in una lettera ai segretari dei circoli Pd scrive che ne va della dignità del partito.
Il governo punta ad ottenere con questo passaggio alla Camera l'approvazione definitiva della legge che ha l'obiettivo di fornire una maggioranza di deputati stabile.
Ma l'opposizione, compresa Forza Italia, e una minoranza del Pd hanno proposto delle modifiche che renderebbero necessario riportare il testo al Senato dopo oltre un anno di discussione parlamentare.
"Se questa legge elettorale non passa è l'idea stessa di Partito Democratico come motore del cambiamento dell'Italia che viene meno", scrive Renzi nella lettera ai coordinatori di circolo Pd, pubblicata dal sito Internet del partito.
"Nel voto di queste ore c'è in ballo la legge elettorale, certo. Ma anche e soprattutto la dignità del nostro partito", aggiunge il premier, che venerdì scorso aveva messo sul tavolo le sue dimissioni se la Camera non approvasse la legge.
La maggioranza di governo alla Camera conta su un margine di circa 70 voti che non dovrebbe annullarsi per l'opposizione di una minoranza del Pd, ma un rischio potrebbe venire dal voto segreto.
Forza Italia, che dopo l'elezione del presidente della Repubblica non appoggia più Renzi sulle riforme istituzionali, ha presentato stamane tre pregiudiziali di costituzionalità sull'Italicum e su due di esse chiederà il voto segreto. Il voto sulle pregiudiziali è atteso in aula domani.
Nel voto dei singoli articoli del disegno di legge il governo potrebbe decidere, già domani, se mettere la fiducia per scongiurare l'approvazione di eventuali emendamenti.