MILANO (Reuters) - Il mercato dei beni di lusso potrebbe tornare ai livelli pre-pandemici del 2019 già quest'anno, o più probabilmente il prossimo, trainato ancora una volta dall'impetuosa domanda cinese e da un'inaspettata forza degli Stati Uniti.
In ogni caso, le attese di Bain sulla ripresa del settore dalla crisi innescata dall'epidemia di Covid-19 sono migliori di quelle dello scorso novembre, quando la società di analisi e consulenza prevedeva un pieno recupero solo a fine 2022 o inizio 2023.
Il gap da colmare è il -22% archiviato nel 2020 a causa del crollo del turismo e delle chiusure forzate dei negozi per arginare i contagi.
Secondo il rapporto primaverile elaborato da Bain per Altagamma, arrivano al 30% le possibilità che quest'anno il settore raggiunga o superi (fino a un +5%) i 281 miliardi di euro del 2019, un risultato che sarebbe in linea con il +2/3% già registrato nel primo trimestre.
Lo scenario più probabile, per Bain, è un rimbalzo più graduale, che porterà il 2021 ancora tra il 5% e il 10% sotto i livelli di due anni fa. Molto dipenderà naturalmente dall'evoluzione della pandemia e dalla ripresa del turismo.
La scoperta di poter lavorare non solo da casa ma da qualsiasi luogo sembra intanto ridisegnare la mappa dei consumi di lusso, con uno spostamento dalle grandi capitali verso città di seconda o terza fascia: una nuova sfida per i brand che potrebbe assegnare anche un nuovo ruolo - e una seconda vita - ai grandi negozi multimarca.
Un altro aspetto a cui dovranno stare attenti i marchi, avverte Bain, sarà tenere alto l'appetito dei clienti una volta tornati alla normalità dopo mesi di lockdown, perché almeno inizialmente potrebbero privilegiare le esperienze fisiche, come vacanze e ristoranti, ai prodotti di lusso.
(Claudia Cristoferi, Silvia Aloisi, in redazione a Milano Gianluca Semeraro)