ROMA (Reuters) - Di fronte alla scarsa disponibilità mostrata dai partner europei a rivederne le regole, l'Italia valuterà se continuare a finanziare la missione navale Sophia, operazione lanciata dall'Ue nel 2015 per contrastare il traffico di esseri umani nel Mediterraneo.
L'Italia ha chiesto agli altri Paesi europei "la condivisione dei porti di sbarco... Se anche a fronte di questo arriverà l'ennesimo no, dovremo valutare l'opportunità di continuare a spendere soldi per una missione che sulla carta è internazionale ma che poi in sostanza ha tutti gli oneri a carico di 60 milioni di italiani e di un unico Paese", ha detto il ministro dell'Interno Matteo Salvini, parlando oggi in conferenza stampa a Venezia.
I ministri della Difesa europei, durante il summit a Vienna, si sono mostrati freddi verso le richieste italiane, ha detto la ministra Elisabetta Trenta.
"Sono delusa, perché ho visto che l'Europa non c'è o comunque non è così presente".
"Tutti hanno detto che condividono la necessità di rivedere le regole di Sophia, ma queste regole devono essere riviste alla scadenza. La scadenza è tra 3 mesi, tra oggi e 3 mesi che cosa cambia? Noi dovremmo già oggi ridiscutere le regole", ha aggiunto, spiegando che da parte dei partner ha trovato "alcune porte aperte e alcune porte chiuse".
"Non è più possibile che l'Italia sia l'unico porto di sbarco e non è possibile che l'Italia si faccia carico di tutti i migranti", ha concluso.