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Pensioni, in tre anni +12,7% adesioni a fondi negoziali, un terzo lavoratori

Pubblicato 12.12.2017, 19:00
Aggiornato 12.12.2017, 19:40
© Reuters.  Pensioni, in tre anni +12,7% adesioni a fondi negoziali, un terzo lavoratori

ROMA (Reuters) - Negli ultimi tre anni le adesioni ai fondi pensione negoziali, ovvero quelli istituti sulla base di accordi tra sindacati e imprese, sono aumentati di circa il 13% raggiungendo 2,670 milioni di lavoratori, ma due terzi dei potenziali aderenti resta ancora fuori dal secondo pilastro previdenziale.

Lo si legge nel "Rapporto sui fondi pensione negoziali 2017" presentato oggi durante l'assemblea annuale di Assofondipensione, associazione costituita nel 2003 dalle principali organizzazioni delle imprese e dei lavoratori.

"Non si può trascurare che oggi sono iscritti meno di un terzo dei lavoratori potenzialmente aderenti, nonostante una previdenza pubblica non più in grado di garantire trattamenti pensionistici adeguati", commenta il presidente di Assofondipensione Giovanni Maggi.

Secondo gli ultimi dati Covip, alla fine del 2016, il totale degli iscritti alla previdenza complementare è pari in Italia a circa 7,8 milioni, di cui 5,8 milioni di lavoratori dipendenti e il resto autonomi, con un incremento annuo del 7,6%. Considerando però che 620.000 persone sono iscritte contemporaneamente a più fondi, il numero effettivo è di circa 7,2 milioni, il 27,8% della forza lavoro.

Assofondipensione sollecita la crescita dimensionale dei fondi e investimenti nell'economia reale. Al 30 giugno 2017 l'ammontare complessivo degli investimenti già effettuati attraverso strumenti specializzati in private debt, private equity, infrastrutture ed energie rinnovabili ammonta a 122,5 milioni di euro, pari allo 0,3% degli investimenti diretti e in gestione totali dei fondi pensione.

Il rendimento dei fondi negoziali nel primo semestre 2017 è di +0,9%, inferiore al +1,1% del Tfr ma, secondo l'associazione, "nel medio-lungo periodo la performance dei fondi pensione negoziali supera ampiamente la rivalutazione del Tfr".

Dal 2008 al giugno 2017 il rendimento medio è stato +36,5%, mentre il Tfr si è rivalutato del +22,5%. Dal 2012 al 2016, il divario è ancora più netto: +29,1% per i fondi contro +8,9% di rivalutazione del Tfr.

Gli investimenti diretti e indiretti ammontano nel primo semestre a 47,3 miliardi, per il 45,9% in titoli di Stato mentre il 20,4% va in azioni e altri titoli di capitale.

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